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Eugenia e Fulgenzio: “Innamorati” pazzi nel 1700 come oggi

innamorati goldoni

Non sono “Gl’innamorati”, come Goldoni aveva titolato la sua commedia, sono semplicemente “Innamorati” e già la mancanza dell’articolo fa intendere che nell’adattamento fatto da Riccardo Mallus e Davide Lorenzo Palla dell’opera del drammaturgo veneziano c’è sì la storia di Eugenia e Fulgenzio, ma si racconta anche un’altra storia, quella di un capocomico e di una compagnia teatrale che svelerà al pubblico «una storia d’amore molto più sfaccettata di quel che sembra».

Prodotto dal Teatro Carcano, “Innamorati” andrà in scena questa sera (ore 19,30) al Teatro Gobetti di Torino, nell’ambito della stagione dello Stabile di Torino, dove replicherà fino a domenica 13 marzo. La regia è di Riccardo Mallus, mentre sul palco di via Rossini salirà Davide Lorenzo Palla affiancato da Irene Timpanaro, Giacomo Stallone, Tiziano Cannas Aghedu.

Eugenia e Fulgenzio sono due ragazzi innamoratissimi l’uno dell’altra, ma la relazione è tormentata a causa dell’impulsività di lui e, soprattutto, della gelosia di lei. I due così si dividono spesso, ma altrettanto spesso ritornano assieme. Fin qui l’originale di Goldoni. Poi c’è la rilettura di Mallus e Palla in cui un istrionico capocomico deve mettere in scena la loro storia ma viene abbandonato all’ultimo momento dagli attori che la devono interpretare. Decide così di annullare tutto, poi, però, ci ripensa e affida la parte ad altri due attori, il cui ruolo è generalmente quello di comprimari. In un crescendo di gelosie, comicità, litigi, musica dal vivo, scene riuscite e scene fallite, lo spettacolo andrà svelando poco alla volta quel che si cela dietro la vicenda: due giovani molto più vicini al nostro tempo di quel che pensiamo. Sì perché Eugenia e Fulgenzio sono gli innamorati nella Milano del 1700, come li descriveva Goldoni, e sono anche gli innamorati di oggi.

Due giovani, spiegano dalla compagnia, «che pur appartenendo al tanto nominato “ceto medio” non possono ancora ambire all’indipendenza economica e quindi decidere autonomamente di formare una famiglia; due giovani pressati dalle circostanze che in preda alla gelosia, alla rabbia o alla paura cedono all’impulso di ferirsi, contraddicendo la sbandierata profondità dei loro sentimenti».

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