Lunedì 12 settembre ha festeggiato sulle rive della Senna il suo 18esimo compleanno. Ieri, è approdata sul set del film “La bella estate”, tratto dal racconto di Cesare Pavese, che Laura Luchetti sta girando sotto la Mole. Dalla torta al ciak in un batter d’occhio. Un sogno che si realizza per qualsiasi teenagers, la normalità se di nome fai Deva Cassel, perché figlia del noto attore e regista francese, nonché di Monica Bellucci. Riservata, anzi riservatissima come la mamma, Deva ha trascorso la mattina di riprese in via Stampatori, trucco e parrucco senza quasi dare nell’occhio tranne che per la sua bellezza. In fondo lei è una star in erba, nonostante nel suo curriculum possa già vantare traguardi importanti, specie come modella, primo fra tutti quello raggiunto con Dolce&Gabbana marchio per il quale ha iniziato a sfilare all’età di 14 anni. E adesso tocca al cinema. Non poteva essere altrimenti con una mamma star internazionale e un papà attore, produttore e regista. A tenere a battesimo i suoi inizi, quindi, c’è anche Torino, una città cara a Monica Bellucci, madrina della scorsa edizione del Torino Film Festival, e dove l’attrice nel 2008 girò “L’uomo che ama” con Pierfrancesco Favino. Per tutto il tempo delle riprese la piccola Deva, che aveva appena 4 anni, rimase sotto la Mole con la mamma, fu la sua prima volta a Torino. Oggi rieccola, cresciuta, bellissima e pronta a cavalcare tutte le opportunità che il mondo dello spettacolo le può offrire. Il suo arrivo è avvenuto in sordina, nella massima riservatezza, la stessa che da sempre contraddistingue anche la Bellucci e, se non fosse per i video che l’ex marito Vincent ha postato sui social, il diciottesimo di Deva sarebbe passato inosservato. Ma adesso basta fare festa. E’ tempo di lavorare. “La bella estate” è un toccante racconto che Cesare Pavese pubblicò nel 1949 ma che sembra scritto oggi. Il tema è quello dell’adolescenza e delle difficoltà che i giovani incontrano nello scoprire la propria identità di genere. Il tutto attraverso lo stile diretto e poetico di uno scrittore del calibro di Pavese. Siamo a Torino, è il 1938. La storia è quella di Gina, 16 anni un futuro davanti oscurato, però, dal dramma della seconda Guerra Mondiale. Anche lei come tutte vuole innamorarsi e, per rispettare le regole imposte dalla società, trova un uomo. Un giovane pittore. La donna che la conduce negli ambienti artistici della Torino bohémien è Amelia, ha diciannove anni e conosce la vita. Sensuale e provocante, Amelia è diversa da tutti quelli che conosce, scuote tutte le sue certezze. «La bella estate è un film sulla carne, sul corpo di una ragazza che cambia e si trasforma, spinto dal desiderio di esistere, di essere visto ed amato. È la storia della libertà più grande, quella di amare chi si desidera - dice la regista in città grazie alla Film Commission Torino Piemonte - È un film sulle tentazioni e sui pericoli che esse comportano».
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