Emozionante a tratti, noiosa il giusto e più lunga di quello che era atteso, anche se tutto sommato con 207 tra nazioni e squadre e sfilare ce lo potevamo aspettare. Ma finalmente possiamo dire che le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono cominciate e a testimoniarlo c’è soprattutto il braciere acceso dalla tennista Naomi Osaka, ultima a ricevere la fiaccola all’interno dello Stadio Olimpico.
«Oggi è un momento di speranza - ha letto Thomas Bach, numero uno del Cio nel suo discorso inaugurale - molto diverso da come ce l’eravamo immaginato, ma finalmente siamo qui. I Giochi unificano lo sport e le persone, dando un messaggio di pace. Questo ci dà un messaggio di speranza nel futuro. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato: i medici, gli infermieri, i volontari e tutti i giapponesi che hanno contribuito a contenere la pandemia».
Il contagio mondiale è stato uno dei temi, non poteva essere diversamente in un Paese che come molti altri è stato pesantemente colpito ed è ancora sotto minaccia. Ma la presenza dell’imperatoreNaruhito, nonostante qualche manifestazione di protesta fuori dalla stadio, ha messo fine ad ogni discorso. Un migliaio di persone in tribuna (compresi Jill Biden per gli Usa ed Emmanuel Macron per la Francia), ma anche altri ottomila tra atleti e personale in pista.
Troppo poco pensando al passato ma anche questo è figlio dei tempi. Se dobbiamo scegliere due momenti topici, uno è nelle tre delegazioni più festose e meno ingessate che hanno capito perfettamente lo spirito della cerimonia, quella italiana, quella argentina (atleti entrati saltando come canguri) e quella francese che ha reso anche omaggio a medici e infermieri. E poi la scena dei pittogrammi, suggestiva.
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Nel finale, spazio anche per Paola Egonu che ha portato la bandiera olimpica: «Un’emozione incredibile, una di quelle esperienze che e si vivono una volta sola nella vita. Mi ha fatto capire quanto sia grande il mondo dello sport. Ogni giorno ci alleniamo, viviamo, facciamo il nostro ma ci sono anche altre persone che vivono e provano quello che provi tu». Da oggi però per lei come per tutti sarà tempo di pensare alle gare.
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