l'editoriale
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22 Ottobre 2021 - 07:35
Per Ivan Juric quella con il Genoa non può essere una partita come le altre. Quattro anni da calciatore, cinque stagioni complessive da allenatore prima nel settore giovanile e poi in prima squadra, così il croato ritrova il suo passato. «Quando torno a Marassi vivo grandi emozioni e belle sensazioni, ma giocando qui è diverso» dice il tecnico alla vigilia della sfida contro il Grifone. Inoltre, dopo due sconfitte consecutive e un successo che non arriva dal 17 settembre scorso, l’obiettivo è uno soltanto: «È una gara da vincere, altrimenti senza risultati si dimenticano in fretta anche le belle prestazioni» spiega Juric in vista dell’anticipo all’Olimpico Grande Torino di oggi pomeriggio alle 18.30 contro la formazione di Davide Ballardini.
Juric, anche a Napoli un gol subito nel finale: come se lo spiega? «C’è un po’ di tutto: con i cambi giusti, come a Sassuolo, mettevamo gente giusta al posto giusto. A Napoli stavamo vivendo un momento positivo della gara, non si prevedeva un gol e i nostri avversari non stavano creando. C’è stato un rimpallo che è arrivato sulla testa del più forte. Abbiamo perso tanti punti nel finale, è un rammarico come successo con Atalanta, Lazio e nel derby contro la Juventus. Non è una questione psicologica, in tutte queste partite stavamo continuando a giocare e avevamo l’atteggiamento giusto».
Terza miglior difesa, ma anche terzo attacco meno prolifico: da cosa è dovuto? «Anche in questo caso ci sono più fattori. Dispiace per cosa ha sbagliato Brekalo a Napoli, in allenamento ha un’altra freddezza ed è un cecchino. Nel complesso dobbiamo giocare meglio e creare di più, così segneremmo di più. Sprechiamo tante occasioni con passaggi sbagliati, ma arriverà il momento in cui segneremo di più. È chiaro che davanti dipendi molto dalle qualità individuali».
C’è attesa di vedere Belotti: partirà titolare? «Ci sto pensando, anche se non riesce a ripetere gli scatti: spesso ha bisogno di riprendere fiato tra una corsa e l’altra. Ma sta meglio, sta diventando un’opzione seria dall’inizio o a gara in corso. L’importante è che trovi continuità e che non si faccia male, deve ritrovare certezze dopo gli ultimi due anni negativi».
Singo era in dubbio, sta meglio? «Sì, sta molto meglio. Ed è un ragazzo che apprende molto velocemente tante cose. Deve ancora crescere, così come Aina: ci mancano i loro gol, io sono abituato ad avere gli esterni che chiudono l’azione e vanno al tiro. Mi aspetto almeno cinque reti a testa da loro».
Gli altri acciaccati, invece, quando rientreranno? «Praet è disponibile, mentre per Pjaca e Verdi sarà un po’ più lunga: per il Genoa sono assenti, salteranno anche il Milan e credo anche quella dopo ancora».
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