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Superlega, ci risiamo: adesso la Juve rischia anche la Champions

Juventus Fc

Andrea Agnelli (Depositphotos)

Nel bel mezzo della festa per la finale conquistata di Coppa Italia contro l’Inter, il 12 maggio, una doccia gelata arriva sulla Juve: la giustizia spagnola ha infatti aperto le porte alle sanzioni contro i club promotori della Superlega, revocando il divieto di infliggere sanzioni ai club interessati - fra i quali la Juventus - imposto un anno fa a Uefa e Fifa. Sanzioni che potrebbero andare da multe fino a 100 milioni di euro all’esclusione dalle coppe europee per due o tre anni. Almeno queste erano quelle ventilate e poi bloccate.

La notizia è arrivata ieri mattina, annunciata dal giornale madrileno Marca: il giudice Sofia Gil ha convalidato l’appello dell’Uefa contro le misure provvisorie di un anno fa. Il magistrato ha ritenuto che il Tribunale non avesse «la competenza o la giurisdizione», per vietare eventuali sanzioni. «Spetta agli organi disciplinari dell’Uefa e al Tas (Corte Arbitrale dello Sport) decidere sulle possibili sanzioni contro i club», si legge nel documento, come riporta il giornale spagnolo Marca. «I club interessati potranno opporsi, richiedendo le opportune misure di tutela». Il magistrato ritiene, inoltre, che «la minaccia di sanzioni ai danni dei tre club rimasti nella Superlega non comporta l’impossibilità di realizzare un progetto dal finanziamento autonomo».

Le misure preventive revocate dal giudice hanno finora impedito a Fifa e Uefa, nonché a Leghe e Federazioni nazionali, di adottare misure per escludere i giocatori e i club che hanno partecipato alla creazione della Superlega. Dopo l’annuncio un anno fa del progetto della Superlega, campionato semi-chiuso promosso da 12 club fondatori che si erano poi dissociati dal progetto (tranne Real Madrid, Barcellona e Juventus), la minaccia dell’espulsione era stata invocata dai principali organismi del calcio. Arsenal, Chelsea, Tottenham, Liverpool, Manchester City e United, Atletico Madrid, Milan e Inter avevano abbandonato di fronte alle proteste di tifosi, dei dirigenti e perfino di alcuni esponenti governativi. I promotori, invece, hanno indicato che il progetto è stato rinviato, ma in nessun modo sepolto. I club della Superlega si erano rivolti al Tribunale di Madrid, che aveva ordinato l’annullamento delle misure preventive nell’attesa che si decidesse nel merito.

Ora bisognerà capire se Ceferin, presidente dell’Uefa, vorrà procedere con il pugno duro. E a giudicare da quanto detto l’altro giorno, la guerra ricomincia più dura che mai: «I sostenitori della Superlega sfidano la credibilità. I tre club che persistono nel tentativo di resuscitare il progetto fallito della Superlega sono stati i primi a registrarsi per la Champions League 2021/22. La dice lunga sul loro impegno e fiducia nel concetto. Hanno lanciato l’idea in mezzo ad una pandemia e poi hanno provato a rianimarlo mentre infuriava una guerra in Europa».

E che il progetto non sia abortito lo dimostravano, d’altra parte, le parole del presidente bianconero Andrea Agnelli davanti agli azionisti.

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