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Juve, è tutto da rifare: Allegri torna in bilico. E rispunta l’ex Zidane

Juventus Fc - Us Sassuolo

Massimiliano Allegri, Juventus (Depositphotos)

Tutto vanificato in 90 minuti, anzi in meno: per la precisione in 72. Lo tsunami Napoli è passato sulla Juventus di Massimiliano Allegri travolgendola. Spazzandone via le certezze che si erano consolidate nelle ultime otto partite di campionato, quando la Vecchia Signora aveva inanellato otto vittorie di fila senza mai subire nemmeno un gol. Numeri da far stropicciare gli occhi e sfregare le mani, numeri diventati carta straccia sul rettangolo di gioco dell’ex stadio San Paolo. Venti minuti - quelli iniziali - a parte, la Juventus è rimasta a guardare la squadra di Spalletti mentre metteva a ferro e fuoco le certezze create - con grandissima fatica - nell’ultimo periodo. Velocità, tecnica di esecuzione, potenza. Praticamente tutto quello che manca alla Juve di questa stagione ce l’ha il Napoli. Un epilogo - quello dell’era Agnelli, all’ultima da presidente - che dovrà riflettere i successori alla guida della società. Quei successori - verrà nominato presidente Gianluca Ferrero, Maurizio Scanavino diventerà amministratore delegato del club - che si paleseranno mercoledì prossimo durante l’assemblea degli azionisti convocata proprio per il 18 gennaio nella pancia dell’Allianz Stadium.

E dal campo, forse giusto in tempo, arrivano indicazioni che apriranno la nuova era ponendola davanti a nuovi interrogativi. L’indicazione della proprietà, infatti, è quella di dare un taglio netto con il passato, magari cominciando proprio a seguire l’esempio di realtà come quella del Napoli, capace di pescare futuri campioni come Kvaratskhelia, Kim o Elmas senza spendere cifre esorbitanti che poi non corrispondono al reale valore del calciatore. Il georgiano, ad esempio, è stato pagato 10 milioni di euro; ora ne vale molti ma molti di più. Il difensore coreano è costato 19,5 milioni. Mentre il diamante grezzo macedone Elmas è costato una cifra attorno ai 16. Totale: 46 milioni di euro, tanto quanto sborsato dai bianconeri la scorsa estate per prelevare il solo Bremer dal Toro. E proprio il brasiliano non è stato all’altezza delle aspettative al “Maradona”, soffrendo ripetutamente di amnesie, specie negli uno contro uno con Osimhen. Con lui anche il resto della difesa. Solo Di Maria (ieri sui social ha dato la carica scrivendo: “Pronti a combattere”) si è salvato ma El Fideo predica nel deserto. Chiesa speso titolare quasi da terzino, fa discutere i tifosi sulle scelte di Allegri. Anche la dirigenza - la Juve non prendeva 5 gol in A da 30 anni, proprio contro il Pescara di Allegri versione calciatore - ora dovrà fare riflessioni sull’allenatore livornese. Nelle ultime ore, intanto, è tornato di moda il nome di Zidane. Il nome del grande ex fa sognare i tifosi della Vecchia Signora.

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