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Juve, nuove indagini: i pm risentono Dybala. Ora tremano i campioni

Juve, nuove indagini: i pm risentono Dybala. Ora tremano i campioni

Contratti “segreti” o non depositati in Lega che riguarderebbero rapporti tra la Juve e altre società. Giocatori comprati, rivenduti e poi riacquistati a prezzi milionari, per i pm un po’ eccessivi. Tranche di denaro, frutto di compravendite, non iscritte nei bilanci. Sono i sospetti della procura di Torino, al centro di nuovi filoni di indagine, a cui lavorano i pm del pool Economia guidato dall’aggiunto Marco Gianoglio. Ieri pomeriggio, a Palazzo di giustizia, Gianoglio e il pm Mario Bendoni hanno sentito come testimone Stefano Campoccia, avvocato e vice presidente dell’Udinese. Lunedì era stata la volta di Rolando Mandragora (oggi alla Fiorentina), ex calciatore della Juve (solo 5 minuti giocati con la maglia bianconera), poi passato all’Udinese (con un breve passaggio al Toro). E di suo padre, che gli fa da agente. Martedì, a Roma, la Guardia di finanza di Torino, ha ascoltato Paulo Dybala (non indagato), già sentito la scorsa estate. Gli investigatori hanno chiesto all’ex juventino dettagli su tre milioni di euro forse incassati dall’argentino. Tutto nascerebbe da una richiesta di risarcimento avanzata dall’avvocato del calciatore alla Juve, dopo la fine delle trattative per il rinnovo, non si sa a quale titolo. La cifra avrebbe insospettito i pm, perché molto vicina ai 3,783 milioni di euro, sui quali i bianconeri e Dybala si sarebbero accordati nel 2021 per “spalmarli” sulla stagione successiva, fino al 2022, nella cosiddetta manovra stipendi.

Un altro fronte di indagine riguarda l’Udinese. Che vi fosse un rapporto tra quest’ultima e la Juve non è una novità. Emergeva già dagli atti della maxi inchiesta chiusa lo scorso ottobre. Il sospetto - nuovo - dei magistrati è che vi sia stato un vero e proprio accordo per la compravendita di Mandragora, che avrebbe generato debiti fuori bilancio da almeno 10 milioni di euro, che sarebbero stati occultati. Mandragora venne venduto dalla Juve all’Udinese per 20 milioni di euro nel 2018. Dopo due anni mediocri e un grave infortunio la Juve lo ricomprò, a 10 milioni di euro più 6 di bonus, lasciandolo all’Udinese in prestito. Mancherebbero però, rispetto all’accordo iniziale da 26 milioni di euro, 10 milioni. E i pm avrebbero le prove per sostenere che la società non aveva la facoltà ma l’obbligo di riacquisto. Ci sarebbe infine un altro mistero: una presunta side letter non depositata in Lega tra Juve e Atalanta. Anche in questo caso con impegni di riacquisto. E’ solo uno dei nuovi fronti a cui sta lavorando la procura, che ha sentito anche, nei giorni scorsi, sempre come testimone, Maurizio Lombardo, ex dirigente juventino oggi alla Roma.

Dalla Procura di Torino alla Procura federale di Roma: il procuratore Figc Chiné è al lavoro sul fascicolo della “manovra stipendi”. In questo caso non rischia solo di essere sanzionata la società, questa volta potrebbero essere coinvolti anche i 16 calciatori che firmarono il documento: per loro il rischio di una pesante squalifica di almeno un mese.

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