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PUGILATO

L'impresa del torinese Oliha: "Ecco come ho battuto Alamos"

Il 25enne di origini nigeriane racconta la sua impresa a Wuppertal, in Germania

Il pugile Etinosa Oliha

Il torinese Etinosa Oliha batte Alamos e trionfa in Germania

L’Italia torna a detenere un titolo mondiale di pugilato, a poco più di nove mesi dalla sconfitta del romano Michael Magnesi, e per la prima volta il campione è un torinese, di origini nigeriane. Il 25enne Etinosa Oliha, residente ad Asti e sotto contratto con la tedesca Agon Sport, è diventato il re dei medi Ibo a Wuppertal, in Germania, superando ai punti con verdetto unanime, sulla distanza delle dodici riprese, il cileno Julio Alamos, costretto alla prima battuta d’arresto in carriera. In una categoria di peso di grande prestigio, che in passato ha visto le gesta di Nino Benvenuti, Vito Antuofermo e Patrizio Sumbu Kalambay, l’allievo del maestro Davide Greguoldo ha infiammato la Unihalle, conquistando il 18° successo in altrettanti match.

Si è imposto con due punti di vantaggio (115-113) su due cartellini e quattro (116-112) sul terzo ed è diventato il successore del campionissimo kazako Gennady Golovkin. «È un’emozione straordinaria - racconta “El Chapo” - e non avrei mai pensato di poterla provare. Sono salito sul ring molto determinato, perché la buona preparazione svolta mi trasmetteva fiducia. Davide mi aveva detto di mettere in atto ciò che avevamo studiato in allenamento e di divertirmi e così ho fatto. Sono felice di essere riuscito a gestire l’emozione e di aver portato degli ottimi colpi. Con un gancio sinistro alla decima ripresa gli ho rotto il naso e anche i montanti sono stati efficaci. A sostenermi c’erano moltissimi italiani residenti in Germania e alcuni provenienti da Asti, sembrava di essere a casa. Dopo di me ha combattuto e vinto l’italo-tedesco Vincenzo Gualtieri per la cintura Ibf dei medi».

Il tecnico Greguoldo esprime soddisfazione: «Eti è stato molto bravo a controllare sempre l’incontro con grande sicurezza. Il piano prevedeva di assicurarci le prime riprese con azioni esplosive, ma senza alzare troppo il ritmo, per poi cambiare marcia dalla sesta in avanti. Nel finale, quando ormai il successo era al sicuro, abbiamo amministrato il vantaggio, senza prendere più rischi». Oliha è, dunque, entrato nella storia della “noble art” e ha tutte le intenzioni di rimanerci.

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