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PICCOLI TORELLI

L'impresa di Dellavalle: "Campione in azzurro sognando il Toro"

Il classe 2004 ha trionfato all'Europeo con l'Italia Under 19. Problemi per Vanja: ecco la diagnosi

Alessandro Dellavalle

Il difensore del Torino, Alessandro Dellavalle, festeggia la conquista dell'Europeo Under 19

Il calcio è una questione di famiglia in casa Dellavalle. Alessandro gioca nel Toro, Lorenzo è della Juventus, i due sono cugini e hanno compiuto l’impresa di diventare insieme campioni d’Europa con l’Italia Under 19. Li dividono poco più di trenta giorni, con il granata nato l’11 maggio del 2004 e il bianconero il 4 aprile. Sono due difensori centrali, Alessandro sta vivendo la grande emozione di essere in prima squadra con Ivan Juric: «E’ bellissimo essere qui a Pinzolo anche se il ritiro è molto duro, sono orgoglioso e fiero di giocare per la squadra di Torino e darò tutto me stesso per continuare a crescere» ha confidato direttamente dalla Val Rendena. Tutto cominciò poco più di cinque anni fa: «Ho iniziato a giocare a pallone da piccolino, quando avevo sette anni - ha raccontato ai microfoni di Torino Channel - e sono arrivato in granata che ne avevo 15: ho fatto la trafila fino alla Primavera giocando sempre con i più grandi, per questo sono abituato a dare il 200 per 100 perché era l’unico modo per poter ritagliarmi uno spazio». Oggi difende la porta, una volta la puntava: «E’ vero, quando ho cominciato facevo l’attaccante - la rivelazione di Dellavalle - ma non vedevo assolutamente la porta (ride, ndr): mio papà era il mio allenatore e mi disse che forse era meglio che andassi dietro. E da lì c’è stata la svolta». I primi passi nel Carignano, poi il Toro e infine la Nazionale: per il classe 2004 è stato un cammino in crescendo. «Ho ricevuto la notizia della convocazione per l’Europeo quando abbiamo perso la semifinale scudetto con la Primavera granata, in quel momento ero triste - i ricordi di qualche mese fa - ma poi quando è arrivata l’ufficialità sono scoppiato a piangere: ero tra i 27 che andavano a Coverciano ma volevo a tutti i costi entrare nei 20 che sarebbero partiti per la competizione a Malta. Ho dato tutto e ci sono riuscito, ho giocato poco fino alla semifinale ma poi è stata un’emozione unica nella finalissima contro il Portogallo».

E’ inevitabile paragonarlo al suo omonimo Buongiorno, non solo per il ruolo ma anche per la sua storia: «Questa cosa mi piace molto, anche perché per me è una fonte d’ispirazione - ha aggiunto ai canali ufficiali del club - e prima delle partite guardo sempre i suoi video. Il mio idolo? Van Dijk, è impressionante per come difende, per come imposta e per come attacca l’avversario». Recentemente, a inizio luglio, ha firmato il primo contratto da professionista con il club di via Arcivescovado («Per questo devo ringraziare non solo il presidente Cairo, ma anche tutti gli allenatori che mi hanno dato fiducia e i miei compagni» la riconoscenza del ragazzo), e ora il prossimo obiettivo è già fissato: «Mi piacerebbe esordire con il Toro in prima squadra, è un sogno».

Intanto, da Pinzolo non arrivano buone notizie per quel che riguarda Milinkovic-Savic: l’estremo difensore serbo si è procurato una distrazione di basso grado bicipite femorale sinistro. Lo staff medico vuole vederci chiaro e lo sottoporrà ad altri accertamenti a Torino all'inizio della prossima settimana, intanto il tecnico Juric spera di averlo a disposizione tra l'esordio in coppa Italia e quello in campionato a metà agosto. E venerdì sarà l’ultimo giorno a Pinzolo per la squadra, che saluterà la Val Rendena con la seconda amichevole. I granata sfideranno il Modena, altra formazione di serie B proprio come la Feralpisalò, battuta 2-0 sabato scorso.

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