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DA "MISTER X" AI TESORO

18 anni, tutti vogliono il Toro ma nessuno lo prende

Tutti i personaggi, più o meno credibili, che hanno provato ad avvicinarsi a Cairo

Raffaele Ciuccariello

Il "fantomatico" Mister X, Raffaele Ciuccariello

«Non c’è nulla di vero» è il commento di Urbano Cairo sulle voci che sono rimbalzate ieri pomeriggio sulla vendita del Toro a un fondo americano. Eppure, giusto pochi giorni fa smentiva anche la trattativa con l’Atalanta per Buongiorno, saltata soltanto per il rifiuto del calciatore. Intanto, però, è inevitabile che queste indiscrezioni riportino alla mente tante altre “storie” uscite negli anni passati. Perché di personaggi, credibili o meno, che si sono avvicinati al Toro ce ne sono stati di diversi, tra racconti che sembrano simili a barzellette o trattative davvero imbastite.

La vicenda più recente riguarda la cordata Taurinorum, che organizzò addirittura una conferenza stampa con Giuseppe Pipicella, Simone Servetti e Massimo Scalari, i quali uscirono allo scoperto per presentare Enea Benedetto. Era il luglio del 2020, dall’epoca non si era più parlato della possibilità di un cambio al timone del Toro. In precedenza, invece, la lista è davvero lunga e comincia negli anni bui del club, quelli della serie B a fine anni Duemila.

Tra i personaggi più celebri c’è Mister X, che poi venne svelato in Raffaele Ciuccariello, il quale si prese la scena a fine 2008. Poi fu il turno della famiglia Tesoro, con Savino che bussò alla porta del presidente Cairo e poi decise di virare sul Lecce. Infine si parlò di Alessandro Proto, un altro imprenditore che, al pari dei due precedenti, sarebbe finito in storie di truffe e false fatturazioni. E poi c’è chi, invece, fece sognare i tifosi del Toro, anche se per alcuni sono semplici leggende metropolitane. Come quella del 2011, quando si parlò tanto del colosso Red Bull di Mateschitz interessato ad entrare nel calcio italiano, o dello sceicco del Manchester City, Mansour bin Zayed al-Nahyan, che a giugno è arrivato comunque in Italia ma al Palermo. E poi c’è stato ancora Nunzio Alfredo D’Angieri, ambasciatore per gli affari europei del Belize, il quale si fece avanti dagli studi di una trasmissione televisiva.

Alla fine, però, il presidente Cairo è arrivato a festeggiare 18 anni alla guida del Toro, senza cedere il testimone. La contestazione, però, resta, a maggior ragione dopo l’ultima vicenda dell’estate legata a Buongiorno. Lo striscione in Maratona, «Con un cuore granata non si fa mercato» si leggeva nel pre-partita della sfida contro il Genoa, è stato un altro brutto colpo da digerire per l’editore alessandrino. Nella Torino granata si è rischiato un altro strappo dopo la cessione di Bremer alla Juve che ha mandato i supporter in subbuglio. Senza considerare i risultati sportivi: due apparizioni in Europa, entrambe non meriti propri ma per esclusioni altrui (Parma e Milan), e un derby vinto su 28, con 22 sconfitte contro la Juve a completare il bilancio. La contestazione e il malcontento si spiegano anche con i numeri.

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