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Gli allenatori giramondo

C'è un torinese sulla strada degli Europei per Spalletti: ecco chi è

Piero Panzanaro, dalle giovanili della Juventus alla panchina della Nazionale di Malta

C'è un torinese sulla strada degli Europei per Spalletti: ecco chi è

Nel lungo elenco di tecnici giramondo c’è un altro torinese, che fra poche ore si troverà proprio sulla strada dell’Italia di Spalletti che cerca il pass per gli Europei. E’ Piero Panzanaro, classe 1977, una lunga carriera da giocatore tra serie D, Eccellenza, in club storici del Piemonte, poi la carriera da allenatore nelle giovanili della Juventus e adesso il posto nella Nazionale di Malta come assistant coach, dove ha già vissuto sia la sfida contro la Macedonia del Nord, sempre per gli Europei, sia l’amichevole contro Gibilterra.

Piero, come nasce questa scelta?
«Nasce perché un amico comune al CT Marcolini mi dice che serve una figura per completare lo staff, chiamo Michele e parlando molto con lui al telefono decido che potrebbe essere una buona opportunità formativa e di crescita»

Lasci la Juve, dove hai iniziato e dove hai passato questi anni da allenatore.
«La Juve per me è sempre stata e sempre sarà casa, sia perché ci ho giocato parecchi anni da ragazzo e lavorato ben 11 anni da tecnico facendo il percorso completo sia perché la mia famiglia vive a Torino quindi il legame è quasi naturale»

Vedendo i risultati attuali, dopo le polemiche e i guai, pensi che la Juve tornerà a vincere?
«La Juve ha tutto per primeggiare in Europa, sia a livello giovanile che per ciò che riguarda la prima squadra. Le persone che la guidano sono preparate e con l’arrivo del nuovo direttore Giuntoli non può che migliorare la situazione»

Hai allenato molto i giovani, porterai con te questa esperienza a Malta, dove sarai anche responsabile dell’under 16?
«Ho avuto la fortuna di toccare tutte le categorie dalla under 12 alla under 19 quindi sicuramente porterò con me il bagaglio di esperienza acquisito e cercherò di farlo tornare utile nella nuova realtà».

Juve, Casale, Pro Vercelli, Ivrea quando viveva il sogno del professionismo, Settimo, una carriera da giramondo anche sui campi italiani, da difensore dal gol facile e centrocampista e spesso con la fascia di capitano. Che bilancio fai?
«La mia carriera da calciatore in Italia è stata mediocre, probabilmente avrei potuto fare di più ma la passione è stata la vera arma trainante per me, sia da giocatore che da allenatore»

Il tuo sogno da allenatore?
«Come per tutti il sogno è quello di migliorarsi, ma spesso negli ultimi anni ho avuto la fortuna di veder calcare palcoscenici importanti a ragazzi che ho allenato, e poter pensare di avergli dato anche solo una virgola durante il loro percorso è sicuramente uno dei motivi per i quali questa passione non svanisce».

Domani c’è la sfida con l’Italia, tu e Marcolini progettate uno scherzetto?
«Intanto sarà particolarmente emozionante per me. Prepareremo la partita al meglio delle nostre possibilità, che ovviamente non sono come quelle di nazionali così prestigiose come l’Italia, come sempre e poi il campo fisserà il verdetto. Detto ciò siamo ben consci che andremo a scalare l’Everest».

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