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LE PAROLE DEL TECNICO

Il Toro attende l'Udinese, Juric: "Gran bell'esame per noi". Ma c'è un'assenza pesante

I granata cercano il quarto successo interno consecutivo: ecco da quando manca

Il tecnico del Torino Ivan Juric

Il tecnico granata Ivan Juric

Il Toro vuole il poker di vittorie casalinghe, i granata non confezionano il filotto dalle cinque ottenute da Walter Mazzarri nel 2019. «Siamo in un buon momento, vogliamo continuare la nostra striscia positiva e sarà un bell’esame per la mentalità della mia squadra» dice Ivan Juric alla vigilia della sfida contro l’Udinese. Vincere vorrebbe dire fare un balzo in avanti non indifferente in classifica, il dato dei cinque successi negli ultimi sei confronti interni contro i friulani fa ben sperare. In più, c’è la voglia di festeggiare il Natale in uno stadio che si preannuncia gremito: tra gli oltre 22mila attesi al Grande Torino ci sarà anche un ospite speciale, Lorenzo Sonego. In campo, però, ci sarà un’assenza pesante.

Juric, chi sono gli indisponibili?
«Mancheranno i soliti N’Guessan e Schuurs, ma anche Linetty: ha accusato un problema al polpaccio, salterà l’Udinese e spero che torni per la trasferta di Firenze contro i viola. Tameze resterà in difesa, a centrocampo giocherà Ricci. Per sostituire Bellanova non ho ancora deciso, c’è anche l’opzione di vedere all’opera Soppy».

È soddisfatto di Zapata e Sanabria?
«Devono continuare così, si capiscono perché parlano la stessa lingua anche a livello calcistico. Spero che continuino a segnare, si completano a vicenda. E poi la condizione di Duvan è al top, di lui posso solo parlare bene: a livello umano è una bellezza, un professionista esemplare».

Quanto è importante la sfida contro i friulani?
«L’Udinese ha giocatori forti, hanno cambiato allenatore e cercano nuovi equilibri: la loro classifica è molto strana. Hanno grande forza fisica e accelerazioni, sarà difficilissima e Samardzic ha tanta qualità. Per noi è un grande esame sulla mentalità: voglio vedere il mio Toro concentrato e sul pezzo. E che cerca di crescere. Il risultato dipende da tante cose, non dobbiamo sbagliare la prestazione, ma è già da un po’ di tempo che non più sensazioni negative e ci alleniamo con la giusta intensità».

Il calcio è stato scosso dalla questione Superlega: che idea si è fatto?
«È buono che non ci sia più il monopolio Fifa e Uefa. Non sono molto d’accordo con il loro calendario, ci sono tanti giocatori infortunati ed è un modo per avere più concorrenza. Ma non sono d’accordo sulla Superlega, un campionato che esclude il merito. In ogni caso, è giusto scuotere l’ambiente per cercare altre soluzioni per migliorare questo sport: il calcio sta diventando sempre più bello e affascinante, ma ci sono troppe competizioni».

Tra poco aprirà il mercato di gennaio: il suo Toro ha bisogno di rinforzi?
«Non ne abbiamo parlato, siamo concentrati sull'Udinese e su Firenze. Si vedrà se c’è qualcuno che non è soddisfatto, ma non abbiamo affrontato l’argomento perché pensiamo solo al campo e alle prossime due partite».

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