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LUTTO NEL CALCIO

Gigi Riva non c'è più: Rombo di Tuono si è spento a 79 anni

Da Mattarella alla Meloni, da Zoff a Tardelli: il ricordo del mito del calcio italiano. Sugli spalti di Riad i fischi durante il minuto di silenzio

Gigi Riva ai tempi del Cagliari

Gigi Riva ai tempi del Cagliari

Era il sogno di Boniperti, ai tempi in cui era presidente della Juventus. Ci provò in tutti i modi, fino ad andare a corteggiarlo in trasferta. Ma lui disse sempre “no” alla Signora. Un sogno destinato a rimanere tale. Sì, perché Gigi Riva - o meglio “Giggirriva” così come pronunciavano il suo nome e cognome i tifosi del suo Cagliari - è rimasto sempre fedele alla sua terra adottiva, la Sardegna, a dimostrazione che nella vita i soldi non sono tutto. Nato il 7 novembre 1944 a Leggiuno, sul lago Maggiore, in provincia di Varese, “Rombo di tuono”, come venne soprannominato poi per i suoi gol segnati in tutte le maniere, ma soprattutto di potenza, si è spento lunedì 22 gennaio all’età di 79 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel calcio italiano. L’ex bandiera rossoblù era ricoverato nel reparto di Cardiologia dell’ospedale Brotzu di Cagliari per un infarto accusato domenica. Un’altra stella del firmamento del calcio italiano, se ne va.

Qui sopra la pagina listata a lutto del grande amore di Gigi Riva, il Cagliari



Riva resta il capocannoniere della Nazionale con 35 reti e numero 11 dello scudetto del Cagliari del 1970. Dal 2019 era presidente onorario del Cagliari. Da sempre personaggio riservato e schivo, Riva viveva in un appartamento nel centro di Cagliari e negli ultimi anni aveva limitato anche le sue consuete passeggiate nelle vie del centro. Riva è considerato il più forte attaccante azzurro più forte del dopo guerra. E' ancora lui, infatti, il detentore del record di gol segnati in nazionale: 35 in 42 presenze, un incredibile media di 0,83 gol a partita. Leggendaria bandiera del Cagliari, con cui ha collezionato 315 presenze vincendo uno Scudetto - l’unico conquistato dai rossoblù - nella stagione 1969/70, ha fatto innamorare i tifosi sardi e quelli di tutta Italia indossando la maglia azzurra come una seconda pelle. Primo calciatore del Cagliari a essere convocato in Nazionale, dove ha esordito all’età di 20 anni, è stato tra i protagonisti del trionfo al Campionato Europeo del 1968, segnando un gol decisivo per la conquista del titolo continentale nella finale con la Jugoslavia. Si confermò due anni dopo, nel Mondiale messicano, realizzando una doppietta nei Quarti e una rete nella “Partita del Secolo” con la Germania e trascinando di fatto l’Italia alla finale persa poi con il Brasile.

LE REAZIONI 

 

«Grande persona, grande campione, sono veramente addolorato», ha dichiarato Marcello Lippi.

«E' una giornata davvero triste, perdiamo uno dei simboli del calcio italiano - ha detto Fabio Capello -, un giocatore fantastico e soprattutto un uomo vero, di una rettitudine unica, con la Sardegna nel cuore. E' stata una fortuna averlo conosciuto».

Arrigo Sacchi: «Da giocatore è stato il più grande attaccante italiano della storia e uno dei migliori al mondo. Io ero un suo grande tifoso».

 "Provo una tristezza infinita - ha detto Dino Zoff -, è un grossa perdita, per me anche di un grande amico. A Gigi mi legano tante cose, abbiamo fatto il servizio militare assieme, poi vincemmo gli Europei del 1968 e abbiamo continuato con le altre nazionali, fino al 2000 quando io ero il ct e lui era dirigente. Avevamo un grande rapporto, era impossibile non essergli amico". "Per me era davvero un amico - ha aggiunto commosso l'ex portiere azzurro -. Lui, come me, non era uno molto aperto ma era chiaro e sapevi sempre con chi avevi a che fare. era una persona squisita".

Dopo Zoff non poteva mancare Marco Tardelli, l'uomo dell'urlo Mundial: 

A dir poco imbarazzanti, infine, i fischi durante il minuto di silenzio dei tifosi presenti sugli spalti di Riad per assistere alla finale di Supercoppa tra Inter e Napoli. La reazione del pubblico arabo è stata a dir poco sconcertante. Dagli spalti si sono infatti alzati i fischi durante il momento di raccoglimento dedicato all'ex "rombo di tuono": a poco sono serviti gli applausi dei giocatori in campo.

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