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DOMANI CONTRO IL BOLOGNA

Juric e il futuro: "Toro, hai due strade: ecco quali sono". E su Superga e il 4 maggio...

Il tecnico esalta l'amico e avversario: "Thiago Motta è un valore aggiunto, è pronto per una big"

Il tecnico del Torino Ivan Juric

Il tecnico granata Ivan Juric

Non è ancora finita perché mancano quattro partite, ma Ivan Juric comincia già a parlare da ex. «Non so cosa dovrebbe fare il Toro per crescere, secondo me o si tengono tutti e si acquistano tre o quattro giocatori forti oppure si riparte da zero» il pensiero dell’allenatore, che però non si comprende in questa nuova rifondazione. «Vi mancherò?» ha risposto con il sorriso a chi gli chiedeva se queste fossero le sue ultime conferenze in granata. L’attualità, però, porta al Bologna e al 4 maggio: contro i rossoblu si cerca una vittoria che manca dal 30 marzo, a Superga poi sarà il giorno del ricordo e della memoria.

Juric, che partita sarà contro il Bologna?
«È la squadra che mi ha impressionato di più, hanno uno spirito fantastico. Quando li vedo, sono davvero forti: in estate hanno azzeccato tutti gli acquisti e hanno 20 giocatori più o meno dello stesso livello. E poi c’è Thiago Motta ad aver fatto la differenza, era un mezzo genio già da calciatore e adesso sono curioso di vedere come proseguirà la sua carriera».

Il decimo posto è diventata la costante del suo triennio: cosa ne pensa?
«Dico che dipende dai punti di vista: in altre piazze sarebbe un gran risultato, qui vedendo anche la storia e i desideri dei tifosi bisogna puntare a qualcosa di meglio. Secondo me è un grande risultato perché bisogna considerare da dove siamo partiti, dal 17esimo posto, anche se non è la gioia vera e pura. A fine anno si valuteranno gli errori oppure si vedrà se abbiamo tirato fuori il massimo da questa squadra, io mi sono già fatto un’idea su cosa si potesse fare meglio».

Ha qualche rammarico nel suo rapporto con la città e con i tifosi?
«Ora penso di aver capito la piazza anche se è un popolo complesso. Nel senso che non siete normali, non vedete le cose o bianco o nero. Bisogna capire certe reazioni che all’inizio magari non capisci perché non fanno parte del tuo bagaglio o del tuo modo di pensare. Parlando con amici tifosi ho dato loro ragione, è giusto essere esigenti e non accontentarsi. Poi ci sono modi e modi, alcuni per me non sono giusti».

Poche ore e salirà a Superga probabilmente per l’ultima volta da tecnico del Toro.
«Bisogna organizzarla meglio dell’anno scorso, non tutti i giocatori sono riusciti ad avvicinarsi quando Buongiorno elencava i nomi. Bisogna far capire a tutti quelli che arrivano da fuori dove sono capitati, in modo che abbiano una spinta orgogliosa, che faccia capire di appartenere a una società particolare».

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