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ciclismo
30 Giugno 2024 - 20:15
Torino imbandierata di giallo per l'arrivo del Tour de France lunedì 1° luglio
Come due vecchi amici che si conoscono da una vita e ogni tanto si ritrovano per raccontarsi, perché non si sono mai persi di vista. Così è la storia del Tour de France legato a Torino e alle sue vallate. Perché se l’Italia per la prima volta ha ospitato la partenza e le prime tre tappe, il rapporto del Tour con le nostre terre è datato e bellissimo. Primo capitolo nel 1952 con la Bourg d’Oisans-Sestriere, 182 km. Fausto Coppi aveva conquistato la maglia gialla il giorno prima all’Alpe d’Huez e non aveva rivali. Dopo la Croix de Fer e il Galibier, lo sconfinamento in Italia e la sua ennesima prova di forza tra Monginevro e il Sestriere. Vinse con 7’09” su Ruiz e Ockers arrivò dopo 9’33”. A fine Tour, il Campionissimo chiuse con oltre 28’ di margine. Quattro anni dopo, la prima volta di Torino. Era il 23 luglio, con partenza da Gap e 234 chilometri con tre Gpm all’Izoard, Monginevro e Sestriere. Sull’ultima salita, sfida stellare tra gli uomini di classifica (compreso Walkowiak che avrebbe poi trionfato a Parigi) ma nessuno aveva fatto i conti con Nino Defilippis.
Il “Cit” che conosceva perfettamente tutte le strade, nella discesa di Airasca rimontò sette minuti per andare a vincere in volata su Ockers al Motovelodromo davanti a 60mila spettatori. Nel 1961 la Grenoble-Torino segnò il trionfo del semisconosciuto francese Guy Ignolin e nel 1966 ancora gloria per l’Italia: merito di Franco Bitossi, il “cuore matto” del ciclismo. Il resto è storia più recente e non a Torino. Il 18 luglio 1992 la mitica impresa di Claudio Chiappucci nella Saint Gervais-Sestriere con quasi 6000 metri di dislivello complessivo: Miguel Indurain, staccato e battuto per un giorno di gloria. Sestriere di nuovo quattro anni dopo, ma per il maltempo tappa ridotta al minimo con il successo di Bjarne Riis. E nel 1999 al Colle un’altra impresa di Lance Armstrong, poi cancellato dal doping. Ultimo capitolo, tredici anni fa con la Gap-Pinerolo vinta in solitaria dal norvegese Edvald Boasson Hagen.
Siamo a oggi, per due giorni da incorniciare, con Torino che è vestita di giallo tra fiori, pennacchi e tanto altro. Si parte con la Piacenza-Torino, la tappa più lunga del Tour anche se una delle più facili. Dopo gli omaggi a Bartali, Nencini e Pantani toccherà a Fausto Coppi e non era nemmeno in discussione. A lui sarà dedicata la salita di Tortona, sua terra natia, prima di passare nell’Astigiano, nel Cuneese e poi nel Torinese. Passaggi di Carmagnola, Vinovo e dalla Palazzina di Caccia a Stupinigi prima di entrare a Torino Sud e del traguardo su corso Galileo Ferraris, accanto allo Stadio Olimpico-Grande Torino e al Pala Inalpi per un arrivo attorno alle 17:30 che chiama i velocisti. Domani invece il Villaggio del Tour sarà allestito in piazza Vittorio Veneto a Pinerolo, con il Podio di Partenza all’inizio di corso Torino. Il Tour attraverserà il centro storico della città prima dello start vero e proprio. Sono solo 138 km ma molto duri con le salite di Sestriere, Monginevro e soprattutto Galibier (23 km al 5,1% e scollinamento a 2.600 metri prima dell’arrivo in discesa.
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