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l'intervista della settimana

Carlotta Gilli, la ragazza che ha scritto la storia di Parigi 2024: "E ora testa a Los Angeles..."

La nuotatrice ha portato a casa 5 medaglie come a Tokyo: "Ma vincerle davanti ad amici e familiari ha avuto tutto un altro sapore..."

Carlotta Gilli, la ragazza che ha scritto la storia di Parigi 2024: "E ora testa a Los Angeles..."

Carlotta Gilli a Parigi con le sue 5 medaglie vinte in vasca

Carlotta Gilli, per tutti Wonder Gilli, per le meraviglie che riesce a fare in piscina, è nata il 13 gennaio 2001 a Torino e vive a Moncalieri. Dall’età di sei anni è affetta dalla malattia di Stargardt, una retinopia degenerativa, che colpisce circa una persona su diecimila e che l’ha resa ipovedente. Oltre alle dieci medaglie paralimpiche, ne ha vinte 22 ai Mondiali (14 ori, cinque argenti e tre bronzi), 17 agli Europei (13 ori, tre argenti e un bronzo) e 77 agli Italiani (64 ori, 9 argenti e 4 bronzi). A luglio ha ricevuto il premio come migliore sportiva dalla Fondazione Quarto Potere, fondazione di TorinoCronaca.

L'INTERVISTA ESCLUSIVA

La nuotatrice Carlotta Gilli è stata l’azzurra con più podi individuali fra le Paralimpiadi e le Olimpiadi di Parigi 2024. Ne ha conquistati cinque, nella categoria S13, con due medaglie d’oro, una d’argento e due di bronzo, proprio come il collega veronese Stefano Raimondi, che si è messo al collo quattro ori e un argento, ai quali ha aggiunto una vittoria in staffetta. L’atleta delle Fiamme Oro e della Rari Nantes Torino, che ieri è stata festeggiata prima a Moncalieri e poi al Palazzo del Nuoto, a inizio settimana aveva partecipato alla cerimonia della restituzione delle bandiere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ciao Carlotta, sei diventata un’esperta degli incontri al Quirinale?
«Gli eventi che riguardano le post Olimpiadi e Paralimpiadi sono molto emozionanti. Nel mio caso, come già accaduto a Tokyo, sono arrivata lì con gli obiettivi raggiunti e dunque contenta di ciò che avevo fatto. A chi mi dice che ormai entro al Quirinale come a casa rispondo sempre che a certe emozioni non ci si abitua mai».
Il Capo dello Stato ti ha fatto i complimenti?
«Quando mi ha vista con le cinque medaglie al collo ha commentato “Chissà quanto pesano” e io ho confermato, aggiungendo che ne valeva la pena. Si è congratulato un sacco di volte. È fantastico che il nostro presidente sia anche il primo tifoso».


Hai anche potuto rivedere i compagni del Dream Team?
«Sì e alla sera abbiamo tutti partecipato a una bellissima festa, intitolata “Meravigliosi”, organizzata dalla Fin allo Stadio Olimpico. Ci siamo divertiti fino a notte fonda».
Alle Paralimpiadi hai un bilancio di dieci medaglie in altrettante gare disputate. Non è pazzesco?
«Quando a Parigi mi dicevano che stavo scrivendo la storia dello sport italiano, non mi rendevo bene conto. Ora a mente fredda sto comprendendo di aver compiuto qualcosa di straordinario».
In partenza per Parigi, confidavi di ripetere il bottino di Tokyo?
«Lo speravo, però ero consapevole che il livello si era alzato moltissimo e c’erano avversarie più numerose e più forti di tre anni fa. Vincere è difficile e confermarsi lo è di più e ne ho avuto la prova».


Non temevi di subire una pressione eccessiva?
«Sapevo che sarei arrivata lì e soprattutto nella prima gara sul blocco avrei sentito sulle spalle una casa di mattoni che mi schiacciava giù. Ero pronta a questo. Dopo i 100 farfalla, i miei preferiti, ero felicissima e uno dei primi pensieri è stato che sarei tornata in Italia almeno con un oro. Il peso delle aspettative era alto».
Qual è stata l’emozione maggiore delle tue giornate francesi?
«L’aver gareggiato con tutta la mia famiglia, i parenti e gli amici a bordo vasca con me».
Al termine delle competizioni cosa hai fatto?
«Ho potuto far entrare al Villaggio i miei genitori (entrambi medici, mamma Tiziana è ginecologa e papà Marco dentista, ndr), mostrando loro ciò che avevo solo raccontato. Ho anche svolto delle attività per Procter & Gamble, essendo la loro Ambassador per l’Italia. Un giorno sono andata in giro per Parigi, all’Arc de Triomphe, alla Tour Eiffel e agli Champs-Élysées, le tappe tradizionali».
Al ritorno come hai festeggiato?
«Appena arrivata a casa, i vicini mi hanno fatto trovare uno striscione attaccato al cancello, con su scritto “Grazie Wonder Carlotta” e disegnati i cinque cerchi olimpici. La prima sera mi hanno anche organizzato una festa a sorpresa. Poi sono andata via per impegni vari e non c’è ancora stato il tempo per festeggiare con tutti coloro che mi hanno seguito a Parigi».
A Los Angeles 2028 potresti fare la portabandiera?
«Mi piacerebbe, ma ho sempre le gare il primo giorno e bisognerebbe vedere il programma».
Da quando ti allena Andrea Grassini?
«Dalla stagione 2017/2018, il nostro rapporto cresce giorno dopo giorno, anche se nello sport condividere una Paralimpiade è un’esperienza speciale e noi ne abbiamo vissute assieme ben due».
Chi altro compone il tuo staff?
«Il preparatore atletico Pier Carlo Paganini, la fisioterapista Fabrizia Longhin e il nutrizionista Diego Cuttica».
L’anno scorso hai scritto l’autobiografia “Una luce nell’acqua”, da quale esigenza è nata?
«Volevo trovare un modo per aiutare molte persone in difficoltà, raccontando la mia storia a 360 gradi, approfondendo la Carlotta donna e cosa fa fuori dalla piscina».
L’ingresso nelle Fiamme Oro cos’è stato per te?
«Sono tesserata dal 2017 e arruolata da gennaio 2023. Si è realizzato un grande sogno. Mi dedico molto al sociale e agli altri e, quando appenderò la cuffia o il costume al chiodo, continuerò a farlo con la divisa della Polizia di Stato, che è al servizio di tutti i cittadini».
Magari utilizzando le conoscenze che stai acquisendo all’Università?
«Studio Scienze e Tecniche Psicologiche e sono a due esami dalla laurea triennale. In futuro sarebbe gratificante unire la passione per la psicologia al lavoro di poliziotta».
Parlavi prima del sociale, di cosa ti occupi?
«I progetti vanno dall’essere Ambassador di Telethon alla realizzazione di corsi di nuoto gratuiti per bambini con disabilità. Li abbiamo inaugurati a giugno».

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