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GIORNATA GRANATA
04 Ottobre 2024 - 18:02
Il tecnico del Torino, Paolo Vanoli
Che sia contro i campioni d’Italia in carica o contro il fanalino di coda della classifica, Paolo Vanoli vuole sempre vedere due cose dal suo Toro. «Dobbiamo metterci coraggio e personalità, sappiamo di essere in un momento non così positivo ma mi aspettavo un percorso di alti e bassi» dice l’allenatore prima di partire per Milano. A San Siro i granata proveranno lo sgambetto all’Inter con il tricolore sul petto, servirà un’impresa anche perché la vittoria non arriva dal 2016. E, dopo le polemiche degli ultimi giorni sui social che hanno accompagnato la presentazione al centro commerciale Le Gru, farà il suo esordio la terza maglia: Zapata e compagni indosseranno la casacca di quel colore che a tanti tifosi ricorda le magliette della Juventus. Vedremo se almeno porterà fortuna…
Vanoli, che settimana di lavoro è stata al Filadelfia?
«I periodi negativi fanno parte dei percorsi, una squadra come la nostra non può essere perfetta anche perché vanno migliorati i meccanismi. Bisogna essere equilibrati, sappiamo che incontriamo una grande squadra ma per fare qualcosa di importante serve coraggio. Dobbiamo giocare con personalità».
Rivedendo la sfida contro la Lazio, che riflessioni avete fatto?
«Tutti eravamo convinti di aver fatto meglio nella ripresa, ma quello non era il mio calcio. Nel primo tempo eravamo lenti, eppure siamo stati squadra. Nel secondo tempo mi è piaciuta la voglia di ribaltare il risultato di chi è subentrato, però siamo stati troppo lunghi e dovevamo essere più equilibrati: una volta sul 2-1 c’era tutto il tempo per recuperarla, serviva maggiore lucidità perché poi abbiamo subito il terzo gol e non c’era più tempo».
E come si fa ad allenare la mentalità?
«Quando non hai personalità, è l’organizzazione che te la dà. Siamo una squadra che deve raggiungere gli obiettivi con il collettivo, i singoli che fanno la differenza li hanno le grandi squadre. La personalità si trova attraverso il gioco, è ciò che dobbiamo fare. La mentalità, invece, è quella di andare a cercare oltre qualcosa, di crederci e di avere coraggio. A volte con le grandi squadre sei libero, è ciò che devo far venire io a questi ragazzi. Poi capita che torni l’ombra di tre anni di lavoro, ci sta perché non hai cambiato tutti i giocatori: lo vedo anche durante gli allenamenti, è umano e so che bisogna fare questo passaggio. È come quando stai insieme a una ragazza per tre anni, poi quando ti lasci è difficile dimenticarla…».
Qual è la situazione in infermeria?
«Sfortuna vuole che Vlasic sia stato recuperato oggi perché ha avuto la febbre. È stato il suo compleanno, lo abbiamo preso un po’ per i capelli...È un giocatore importante, tocca a me metterlo nelle condizioni migliori. Vanja? Aveva preso una botta in coppa e poi non ce l’ha fatta per la Lazio, ora però è abile e arruolabile».
Salterà la sfida contro la sua ex squadra causa squalifica…
«La colpa della mia espulsione sta nel mezzo, devo ancora migliorare. Per ciò che riguarda il mio vice Godinho, si è tagliato i capelli ed è pronto per San Siro (ride, ndr)».
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