Roberto Bressan, il portiere da record della Juventus One
Una leggenda senza tempo e senza rivali.
Roberto Bressan, il super portiere che avevamo avuto il piacere d’intervistare il 17 febbraio 2017 per celebrare le sue 3000 partite giocate. Un record clamoroso che però Roby è riuscito a battere: lo scorso 16 dicembre infatti ha raggiunto quota 5000 con tanto di festeggiamenti da parte della squadra Isola Fc, a cui lui è molto legato, assieme al presidente della squadra Giacomo Olivetti ed al preparatore dei portieri della Juventus One, nonché fido amico Ivan Mion.
«Ho giocato 5000 partite in soli quattordici anni e sette mesi. 2112 vittorie, 1150 pareggi e 1738 sconfitte», ammette Bressan visibilmente emozionato.
«Non dimentichiamo poi i 600 rigori parati e il fatto che per undici volte sono stato campione d’Italia. Non mi sono mai montato la testa è mai lo farò, so che in giro ci sono tanti portieri più forti di me, ma ho raggiunto record incredibili».
Traguardi importanti per Bressan che hanno attirato le attenzioni della Juventus One, squadra paralimpica della Juventus, appunto, che gareggia nelle competizioni organizzate dalla Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale della FIGC, la quale poi fonda il suo progetto su un assioma fondamentale: «La disabilità non è un limite, ma solo una delle caratteristiche della condizione umana».
Juventus One è sempre stato un sogno per Roby, tifoso bianconero sin dalla nascita e che desiderava ripercorrere le orme del suo mito Gianluigi Buffon: «Fa effetto indossare questa maglia. È un onore giocare per la Juve, ci ho sempre creduto ed ora mi godo questo momento, ringrazio la società per la fiducia e non vedo l’ora di andare in trasferta. Da tifoso bianconero dico di aver fiducia per la prima squadra, soprattutto per Thiago Motta che considero un grandissimo allenatore. Questo è l’anno dell’assestamento, il prossimo sono convinto che vinceremo tanto, come mi auguro di fare anche con la mia Juve One».
Bressan poi riapre le porte del passato: «Dopo aver lasciato gli Insuperabili sono entrato in crisi. Volevo smettere, ma il Covid incredibilmente mi ha aiutato facendomi riposare perché ero davvero stanco. Al Pertusa ho ritrovato l’amore per questo sport grazie ai bambini che ho allenato per circa due anni e mezzo e poi ecco la Juve e l’Isola Fc, che ringrazio ancora per la festa che mi hanno organizzato».
Ottantasei squadre in cui Bressan ha lasciato il segno di cui dodici disabili e il restante amatoriali dove ha vinto facendosi conoscere per la splendida persona qual è. «Il calcio finalmente ha aperto le porte a noi disabili, il movimento sta crescendo ed io ringrazio per aver avuto questa opportunità». A ringraziarti però siamo noi Roby, che ancora una volta ci hai insegnato a credere nei sogni.
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