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La decisione

Jannik Sinner snobba il Quirinale: riposo o fuga dalla pressione mediatica?

Il rifiuto al Presidente Mattarella apre il dibattito

Jannik Sinner  (Fonte Instagram)

Jannik Sinner (Fonte Instagram)

Succede davvero: Jannik Sinner, l’uomo che non sbaglia un colpo sul campo, dice “no” al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sì, avete letto bene. Il numero uno del tennis mondiale non sarà presente mercoledì 29 gennaio alla cerimonia ufficiale al Quirinale, organizzata per celebrare i successi del tennis italiano. Il motivo? Riposo assoluto. Dopo le fatiche degli Australian Open, i medici gli hanno consigliato di staccare completamente per recuperare. Una scelta comprensibile, certo, ma che ha già scatenato un dibattito infuocato.

La domanda che sorge spontanea è: si tratta solo di una questione fisica? Oppure dietro c’è altro? Il sospetto serpeggia, perché Sinner non è nuovo a decisioni controcorrente e a prendersi lo spazio che gli serve, lontano dai riflettori. In più, il caso doping legato al Clostebol, ancora senza una vera conclusione, potrebbe aver avuto il suo peso. Il silenzio di Jannik non lascia indizi, ma i suoi "no" sembrano dire più di mille parole.

Eppure, fino a pochi giorni fa, la partecipazione del campione altoatesino era ancora in forse. Tra un’intervista e un servizio fotografico con il trofeo australiano in mano, aveva confessato: “Non so ancora se andrò, devo decidere”. Parole che già lasciavano intendere che l’idea di presentarsi al Quirinale non lo entusiasmava particolarmente. E nonostante l’ottimismo del presidente della Fitp, Angelo Binaghi, che si diceva certo della sua presenza, alla fine Jannik ha fatto quello che gli riesce meglio: scegliere ciò che è giusto per sé stesso. Anche se questo significa deludere aspettative altrui.

La notizia arriva poi con una doppia bomba: oltre al Quirinale, Sinner rinuncia anche all’ATP 500 di Rotterdam, dove avrebbe dovuto difendere il titolo conquistato lo scorso anno. L’annuncio arriva dagli organizzatori del torneo, che citano le parole del campione: “Il mio corpo ha bisogno di tempo per recuperare dopo la lunga trasferta in Australia. Spero di tornare presto”. Una decisione che sembra mettere la salute al primo posto, ma che lascia spazio a speculazioni. 

C’è chi già storce il naso e si domanda: era così impossibile fare un salto al Quirinale? Forse sì, forse no. La verità è che Jannik Sinner è un atleta fuori dagli schemi, che non ama cedere ai formalismi e preferisce far parlare il campo. Del resto, non è la prima volta che le sue scelte generano polemiche. Basti pensare al forfait alle Olimpiadi: una decisione che ancora oggi fa discutere. Questa nuova assenza farà probabilmente riesplodere la solita domanda: “Sinner è davvero italiano?” E la risposta è semplice: sì, lo è, ma a modo suo.

Perché Jannik incarna un’idea diversa di italiano, lontana dalla retorica dei riflettori e del protagonismo a tutti i costi. È dedizione, lavoro e concentrazione. Non cerca il clamore, anzi, lo evita con eleganza. E forse proprio per questo risulta difficile da capire in un Paese abituato agli eccessi e alle celebrità costruite. Il suo approccio sobrio, quasi minimalista, è una boccata d’aria fresca, ma anche un bersaglio facile per chi non è abituato a ricevere dei “no”.

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