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Quanto vale la panchina della Nazionale? Ecco quale sarà lo stipendio del nuovo Ct

Il compendio di Spalletti, l'esonero dopo la sconfitta con la Norvegia e le scelte economiche della FIGC sotto la lente.

Quanto vale la panchina della Nazionale? Ecco quale sarà lo stipendio del nuovo Ct

Nel mondo del calcio italiano, la figura del Commissario Tecnico della Nazionale è un simbolo di prestigio, responsabilità e, spesso, di esposizione mediatica. Un ruolo che, nel caso di Luciano Spalletti, ha rappresentato una nuova sfida affrontata con entusiasmo e un bagaglio di esperienza internazionale. Dopo l’esperienza al Napoli, il tecnico toscano era stato scelto per guidare gli azzurri verso i grandi appuntamenti internazionali, con l’obiettivo di risollevare morale e risultati.

Ma quanto guadagna chi siede su una delle panchine più importanti del Paese? Il compenso di Spalletti era fissato a 2,8 milioni di euro annui, cifra significativa ma inferiore rispetto a quella percepita dal suo predecessore Roberto Mancini, che arrivava a 4,5 milioni l’anno, bonus esclusi.


Un ingaggio al ribasso, ma con incentivi

La scelta della FIGC di accordare a Spalletti un ingaggio più contenuto rispetto al passato riflette una fase di razionalizzazione economica, forse anche dettata dai risultati altalenanti dell’ultimo decennio. A rendere più competitivo l’accordo c’erano comunque dei bonus legati a traguardi sportivi, pratica ormai diffusa nei contratti degli allenatori di alto livello: obiettivi da centrare in campo per ottenere premi fuori dal campo.

Tuttavia, il progetto Spalletti si è interrotto bruscamente. Dopo la sconfitta contro la Norvegia, è arrivato l’esonero, e con esso la fine anticipata del contratto che sarebbe dovuto durare fino al Mondiale del 2026. Una chiusura che, oltre all’aspetto sportivo, lascia spazio a interrogativi sulle strategie della Federazione.


Cosa ci dice questo stipendio sul sistema FIGC

Il caso Spalletti, letto attraverso la lente del suo stipendio, rappresenta un indicatore significativo dello stato attuale del calcio italiano. Un CT che guadagna meno del suo predecessore ma che è chiamato a ottenere gli stessi, se non migliori, risultati. Un equilibrio fragile, che espone il sistema a tensioni tra sostenibilità economica e ambizione sportiva.

In un periodo in cui i club sono costretti a tagliare i costi e le federazioni a rivedere i bilanci, anche la panchina azzurra diventa lo specchio di un calcio che prova a fare i conti con la realtà economica. La Nazionale resta un simbolo, ma il suo valore strategico – anche in termini di risorse – sembra oggi soggetto a valutazioni più pragmatiche che simboliche. E forse è proprio questa la sfida più grande: far coincidere prestigio e sostenibilità.

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