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07 Luglio 2025 - 16:05
I topolini nella pallina (Fonte animalsaroundtheglobe.com)
A Wimbledon, ogni dettaglio è curato con precisione millimetrica. Persino le palline da tennis, protagoniste silenziose dello spettacolo sull’erba, hanno un destino programmato. Dopo appena nove game di gioco — sette nei primi turni — e il riscaldamento iniziale, le palline vengono sostituite. Troppo usurate per il tennis moderno, troppo lente per reggere il ritmo dei professionisti.
Ma se il loro tempo in campo è breve, la loro seconda vita è sorprendente. Da oltre vent’anni, a Wimbledon le palline esauste non finiscono nei rifiuti, ma vengono trasformate in rifugi per topi selvatici. Un’idea semplice e geniale, nata dalla collaborazione tra l’organizzazione del torneo e associazioni britanniche impegnate nella tutela della fauna locale.
I destinatari di questo curioso riciclo sono i topi di campagna: minuscoli roditori che vivono tra le erbe alte e che, oggi più che mai, combattono contro la perdita di habitat e il cambiamento climatico. Le palline, resistenti e impermeabili, offrono un riparo sicuro dai predatori e dalle intemperie. Basta una piccola apertura e la “casetta” è pronta. Vengono poi disseminate tra i cespugli, nei prati, nei margini delle campagne, diventando invisibili rifugi salvavita.
Ogni anno, Wimbledon consuma decine di migliaia di palline: per l’edizione in corso, si stima che saranno circa 55.000. Destinarle a un uso virtuoso significa ridurre gli sprechi e restituire qualcosa alla natura, proprio nel cuore di un evento simbolo del tennis globale.
Le immagini dei topi che sbucano curiosi da queste sfere gialle, condivise spesso sui social dagli attivisti, sono diventate virali.
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