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CALCIO A 5

Il nuovo tecnico Diego Rios Gayoso si presenta: «Ecco perché ho sposato il progetto della L84»

L'allenatore spagnolo vanta esperienze vincenti in patria e in Indonesia

Il nuovo tecnico Diego Rios Gayoso si presenta:  «Ecco perché ho sposato il progetto della L84»

Diego Rios Gayoso mentre dirige un allenamento (foto Bobone Photography)

La serie A inizierà fra un mese e la L84 sta effettuando la sua preparazione al Pala Maggiore di Leinì, svolgendo due sessioni di allenamento al giorno, in campo e in palestra. L’intera rosa, comprensiva dei nuovi arrivati Victor Lopez, Francesco Liberti, Ton e Vander Salas, sta lavorando agli ordini del neo tecnico spagnolo Diego Rios Gayoso.

Buongiorno coach, come è nato il rapporto con la L84?

«Edu (Dias, il direttore tecnico, ndr) è stata la prima persona a mettersi in contatto con me. Sono stati lui e la dirigenza a spiegarmi quale sarebbe stato il progetto. Poi ho parlato con Lorenzo (il presidente Bonaria, ndr) e ho anche espresso il mio punto di vista e le idee su come avremmo potuto raggiungere ciò che il club richiedeva».

Come valuta la squadra che è stata costruita?

«Abbiamo appena iniziato la preparazione ed è presto per fare una valutazione completa. Credo che abbiamo una compagine competitiva, che migliorerà progressivamente. I nuovi acquisti aiutano ad avere una rosa equilibrata, ma la cosa più importante è far crescere il club a livello professionale in tutte le aree, non solo nella prima squadra».

Su cosa state lavorando?

«Soprattutto sull’identità del gruppo. Credo che possiamo essere una compagine ordinata, completa in tutte le fasi di gioco, ma la cosa più importante è avere una mentalità competitiva».

Cosa conosce della serie A italiana?

«Negli ultimi mesi ho seguito tutta l’evoluzione della squadra e ho osservato tutti gli avversari. Penso che l’aspetto principale sia concentrarsi sul miglioramento del nostro team e, ribadisco, questo richiederà tempo».

In Spagna il suo periodo migliore è stato alla guida del Levante, cosa ricorda?

«Tutte le fasi che ho vissuto come allenatore sono state positive, di crescita. Al Levante sono successe cose belle, ma altrettanto speciali sono state quelle accadute al Lugo, al Ferrol, al Ribera o in Indonesia. Vedere crescere la squadra è la sensazione più bella che posso avere come allenatore ed è ciò che ci porterà sempre a essere vicini alla vittoria».

Al Levante ha già allenato Cuzzolino e Rescia, cosa pensa di loro?

«Sono due giocatori che rispetto e a cui voglio bene. Mi sono sempre sentito rispettato da loro. Sanno come sarà il lavoro e possono aiutare molto i compagni a progredire. Mi piace molto la loro voglia di vincere. È importante averli in squadra, ma la mia decisione non è stata dettata solo dalla loro presenza».

Il coach verdenero alla lavagna (foto Bobone Photography)

Perché ha deciso di andare in Indonesia?

«Volevo vivere l’avventura di allenare all’estero, dopo molti anni in Spagna, e desideravo fare questa esperienza sia dal punto di vista sportivo sia personale. Portare il mio modo di vedere il futsal in un altro continente e cercare di adattarmi a tutti i contesti, come il campionato, la cultura, la lingua, il cibo ecc., era qualcosa che mi attirava. Abbiamo vinto titoli, ma ciò che mi porto dentro è la crescita della squadra in queste due stagioni».

Cosa l’ha portata in Italia?

«Soffrivo la lontananza dalla famiglia, volevo essere più vicino e, a livello motivazionale, dopo due stagioni avevo bisogno di un nuovo stimolo con un progetto che partisse da zero. La L84 era l’ideale per la sua serietà e la voglia di crescere. Io avevo bisogno della L84 e credo che la L84 avesse bisogno di un profilo come il mio, quindi essere qui è perfetto».

Quali obiettivi si pone per la prossima stagione?

Lavorare giorno per giorno, crescere in tutte le aree del club, capire che siamo una squadra professionistica, alzare il livello in ogni allenamento e preparare la squadra, con il passare dei mesi, per competere con i migliori club».

Si è fatto un’idea delle squadre favorite per lo scudetto?

«Non mi azzardo a fare nomi finché non le vedo giocare in questa stagione. L’anno scorso la squadra che più mi piaceva era la Meta Catania, ed è stata poi quella che ha vinto il campionato. In più ha aggiunto un atleta decisivo come Drahovsky».

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