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Serie A
27 Agosto 2025 - 21:50
Thuram junior insieme a papà Lilian in tribuna a San Siro per Inter-Torino
Lunedì sera, allo stadio di San Siro, la scena era di quelle che raccontano la parte più bella del calcio. In tribuna sedevano Lilian Thuram e il figlio minore Khephren, mentre sul campo il maggiore, Marcus, realizzava una doppietta decisiva contro il Torino. Dopo il secondo gol, l’attaccante dell’Inter è corso verso la tribuna indicando la testa, gesto di gioia condiviso con il fratello, che ha risposto con il pugno chiuso al cielo. Un momento di affetto sincero, al di là delle maglie e delle rivalità.
Eppure, ciò che avrebbe dovuto essere celebrato come un episodio di famiglia e sport, è diventato terreno fertile per l’odio di una frangia del tifo juventino. Sui social si sono moltiplicati insulti, accuse di “tradimento” e insinuazioni di presunti “biscotti” familiari, evocando un clima da curva più che da discussione civile. Alcuni nostalgici hanno persino tirato in ballo figure come Luciano Moggi, sostenendo che con lui simili situazioni non sarebbero mai state tollerate.
La deriva è la solita: i social network, nuovi muri delle vecchie stazioni ferroviarie, diventano sfogatoi per messaggi scurrili e minacciosi. La felicità di due fratelli diventa bersaglio di chi, nascosto dietro profili anonimi, non sa accettare neppure la spontaneità di un abbraccio familiare. Per fortuna, la famiglia Thuram prosegue la sua storia fatta di calcio, talento e valori condivisi, lasciando agli altri la marmaglia e il livore.
Un paradosso che racconta bene lo stato di certo tifo organizzato: più pronto a insultare che ad esultare, incapace di riconoscere persino la bellezza di due gol segnati ai veri rivali, il Torino, umiliato sul campo. E mentre si avvicina il 13 settembre, data di Juventus-Inter, resta da chiedersi solo chi sarà il primo a lanciare la prossima ondata di insulti.
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