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Nazionali
18 Settembre 2025 - 11:45
Il governo spagnolo potrebbe trasformare lo sport in terreno di scontro politico. Dopo aver paventato l’addio all’Eurovision 2026 in caso di partecipazione di Israele, Madrid ora valuta lo stesso scenario per i Mondiali di calcio. A sollevare il tema è stato il portavoce socialista al Congresso, Patxi López, che non ha escluso un ritiro della Roja, qualora entrambe le nazionali si qualificassero al torneo.
“Perché con la Russia sì e con Israele no? Dov’è la differenza?”, ha chiesto López, ricordando come il governo stia già lavorando per chiedere agli organismi sportivi internazionali sanzioni contro Israele. Se ciò non fosse possibile, il ritiro resterebbe un’opzione concreta: “Stiamo lavorando in questa direzione, poi valuteremo”, ha dichiarato.
Dal punto di vista legale, Madrid avrebbe gli strumenti per intervenire. Un decreto del 1982, derivato dalla Legge 13/1980, stabilisce che ogni Federazione debba ottenere il via libera dal Consiglio Superiore dello Sport (CSD) per partecipare a competizioni internazionali, con obbligo di comunicazione preventiva al Ministero degli Esteri e dell’Interno. Questo meccanismo garantisce al governo un ruolo diretto nella rappresentanza sportiva all’estero.
Tuttavia, un atto di questo tipo rischierebbe di provocare uno scontro frontale con la FIFA, che da sempre condanna ogni ingerenza politica nelle questioni calcistiche. Per ora si tratta soltanto di ipotesi: sia la Spagna sia Israele devono ancora conquistare la qualificazione, ma la minaccia resta sul tavolo.
Un precedente del genere non si è mai visto nella storia dei Mondiali. In passato ci sono stati boicottaggi e rinunce per motivi politici o diplomatici – come il ritiro dell’Austria nel 1938 dopo l’Anschluss, il boicottaggio africano del 1966, o il caso dell’URSS che rifiutò di affrontare il Cile nel 1973 – ma mai una nazionale ha rinunciato a un torneo per la sola presenza di un altro Paese.
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