Toro, l'ultima di Cairo: "Baroni passi al 3-5-2. E sulla vendita della società dico..."

Per il presidente del Torino Urbano Cairo, nella “sua” Trento, sta andando in scena una bella full immersion davanti ai riflettori, tanto amati. Anche oggi il numero uno granata si è sottoposto alle raffica di domande di Aldo Cazzullo, vice direttore del suo Corriere della Sera, spaziando dalla passione per la politica, agli amori, la famiglia (d'origine e attuale) fino ad arrivare ai vent’anni di Toro: “Il bilancio di questi 20 anni è positivo - ha dichiarato -, mi sono divertito. Sono stati 20 anni di passione, con momenti belli e meno belli. Lo rifarei. Ma non rimarrò al Torino a vita: di certo non può andare in mano a persone che non garantiscono i numeri e la storia del Toro. Io ho sempre pensato di fare le cose al meglio per la squadra, anche se c’è qualcuno che mi contesta. Ci sono però tante persone che mi dicono di andare avanti”.

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“Nel Toro - ha continuato - ci ho messo di tasca mia 72 milioni di euro. Quando l’ho preso ho aumentato il capitale sociale: da 200mila euro a 10 milioni perché serviva fare campagna acquisti. Mi ricordo com’era il Toro nel 2005 quando l’ho preso a campionato iniziato. Il calcio era già costoso allora, ma questo è il calcio”. “È vero - ha aggiunto - che ho dato disponibilità a vendere il Toro ma allo stato attuale di offerte non ce ne sono. Non ci sono trattative perché non ci sono offerte”.

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Poche ore prima di salire sul palco insieme a Cazzullo, Cairo ai microfoni di Sportitalia si è espresso anche sul modulo adottato da Baroni: “Per proteggere la difesa - ha dichiarato - bisogna anche avere un centrocampo che fa un certo filtro. Come abbiamo giocato a tre contro la Lazio, ovviamente la difesa è molto più coperta. In ogni caso, secondo me in questo momento Baroni troverà la quadra di tutto, lui ha la mia fiducia. Magari giocherà col 3-5-2, forse è il modo migliore per avere forza offensiva ma anche una protezione importante della difesa”.

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