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L'INTERVISTA

Il 2025 di Andrea Vavassori: «Mi do un 8, è stata un’annata che mi ha fatto crescere molto e mi ha lasciato dei bellissimi ricordi»

Dai due Slam nel doppio misto alla Coppa Davis, passando per la finale in Australia e la semifinale alle Finals

Il 2025 di Andrea Vavassori: «Mi do un 8, è stata un’annata che mi ha fatto crescere molto e mi ha lasciato dei bellissimi ricordi»

Simone Bolelli e Andrea Vavassori sorridenti alle Nitto Atp Finals

Si sta chiudendo un anno molto brillante per Andrea Vavassori, che è già pronto a iniziare il prossimo, ancora lanciato all’inseguimento di grandi obiettivi in giro per il mondo.

Buongiorno Andrea, che voto darebbe al suo 2025?

«Ci ho pensato in questi giorni e penso di meritarmi un 8. È stata un’annata che mi ha fatto crescere molto e mi ha lasciato dei bellissimi ricordi. Ci sono state anche delle delusioni, che fanno parte del percorso».

Quali sono state le soddisfazioni maggiori?

«I due titoli Slam nel misto con Sara Errani al Roland Garros e agli US Open. A New York ci siamo ripetuti dopo il 2024, in un format diverso. Aver giocato di sera davanti a 20mila persone è stata un’esperienza pazzesca. Anche l’inizio di stagione è stato molto positivo. Con Simone Bolelli siamo partiti con tredici vittorie in quattordici partite, arrivando a due punti dal successo agli Australian Open, è stato un bel segnale».

Che dire del suo secondo trionfo in Coppa Davis?

«È stata la ciliegina sulla torta, eravamo un gruppo molto unito e sapevamo che chiunque fosse sceso in campo avrebbe dato l’anima. Con tutti, anche con coloro che non erano a Bologna, esiste un rapporto di amicizia, che ci portiamo dietro anche nei tornei del circuito lungo tutta la stagione».

Come sono state le sue seconde Nitto Atp Finals a Torino?

«Un’altra avventura incredibile, che mi sono goduta fino in fondo. I tre match del girone sono stati di altissimo livello. In semifinale hanno giocato molto bene Heliovaara e Patten e un po’ meno noi, grande merito va comunque a loro, che poi hanno conquistato il trofeo».

Cosa ha fatto dopo la vittoria in Davis?

«Sono stato qualche giorno a casa e poi sono andato in vacanza per una settimana in Oman. Mi sono goduto un po’ di mare e ho effettuato una bellissima escursione nel deserto».

Come si è svolta la preparazione?

«Ho fatto un bel lavoro fisico con il mio preparatore Alessandro Contadin, anche sulla sabbia e in piscina e in palestra, per aumentare la forza. In campo mi sono allenato con mio papà Davide, sia a Pinerolo sia a Torino allo Sporting, con Lorenzo Sonego e Filippo Romano sul cemento. Farò ancora qualche giorno di rifinitura e domenica 28 dicembre partirò per l’Australia, per disputare a Perth la United Cup. I singolaristi saranno Flavio Cobolli e Jasmine Paolini e io e Sara faremo il misto».

Obiettivi per il 2026?

«Conquistare il primo Slam con Simone e altri con Sara. Mi piacerebbe anche vincere un Masters 1000. Nel doppio maschile punteremo a essere più costanti nel rendimento. Se non quest’anno, nei prossimi vorrei diventare il n. 1 del mondo, lavoro per quello».

Fare l’accoppiata doppio maschile e misto in un major è possibile?

«È molto difficile, Sara c’è riuscita a Parigi, con me e con Jasmine. Ci proverò con tutte le mie forze e vedremo cosa succederà».

Quali sono i suoi tornei dei sogni?

«Fin da quando ero piccolo il mio sogno era di vincere a Wimbledon. Mi piacerebbe sollevare la coppa anche a Roma».

Dopo la United Cup, dove giocherà?

«Con Simone andremo ad Adelaide, dove difenderemo il titolo, agli Australian Open, a Rotterdam, dove siamo ugualmente i detentori, e poi a Rio de Janeiro, ad Acapulco, a Indian Wells e a Miami».

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