l'editoriale
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Una nuova edizione per Claudia Durastanti
02 Maggio 2023 - 17:38
Alle volte non è necessario accettare l’esagerazione quasi bulimica - ché poi, tanto, non riesce a far ingoiare tutto - del mercato regolato dalle logiche dei distributori, per cui i libri non vanno offerti al pubblico, ma vomitati sugli espositori o nelle vetrine, poi sia quel che sia... Certe volte ci si gode un momento di quiete con la ripubblicazione, magari in tascabile o in nuova edizione, di un testo vecchiotto oppure neppure troppo datato. “Cleopatra va in prigione” (Minimum Fax, 15 euro) di Claudia Durastanti questo è. Il romanzo del 2016 viene adesso riproposto, in una nuova veste la cui copertina è efficace come un graffito sui muri di una città. Una storia dura e tenera, disperata e colma d’amore.
Caterina faceva sognava di fare la ballerina classica, invece è finita ad agitare i fianchi - suoi - e gli ormoni - altrui - nel night club gestito dal suo ragazzo Aurelio. Oggi però Aurelio è in carcere, con il pensiero fisso in testa di essere stato incastrato - mentre il suo ex socio e amico fa la bella vita in Sudamerica. Caterina ogni giovedì varca i cancelli del carcere di Rebibbia e va a trovarlo. Un po’ più di ogni giovedì, però, Caterina esce con uno dei poliziotti che hanno arrestato Valerio.
Shock fin dalle prime pagine, dove peraltro un semplice particolare come un orologio anticipa quello che Aurelio ritiene di conoscere... Ma la storia è tutt’altro che semplice: perché Aurelio e Caterina sono entrambi figli di quella periferia romanza dove i tram non vanno avanti più, scusate la citazione, ed entrambi hanno avuto sogni e incubi. La prigione è stravolgimento, è “infortunio sul lavoro”, ma è elemento accettato nella dinamica di una esistenza, «mio padre voleva che facessi un anno di militare, ecco l’ho accontentato»: il papà di Caterina, grande meccanico, ci è finito per una storiaccia con una ragazzina, poi è andato a rifarsi una vita in Abruzzo. La madre resta con le sue telenovelas, le troppe sigarette e le piante sul terrazzo a invadere ogni cosa. Caterina si strugge pensando di non essere piaciuta troppo a suo padre, se lui aveva questa ossessione ma a lei non ha mai fatto niente... E’ confusione di identità e di strada da percorrere, che si tratti di tirare pugni e calci a un sacco da boxe o aprire un negozio di videonoleggio, oppure di guardare passare l’esistenza dal bancone di un hotel sperduto.
Passato e presente si alternano, così come la viva voce di Caterina e quella del narratore onnisciente. Il poliziotto, presente, elemento attivo nella storia, resta sempre e solo «il poliziotto», senza un nome, come fosse di passaggio. Le ex ballerine sono ustionate da tatuaggi fatti male o rincoglionite dalla droga e dallo stress di quella vita. I criminali del racket sono persone in giacca scamosciata che ti mostrano le foto dei nipoti. Il fumo dei bidoni incendiati si aggiunge alla polvere sui mobili e ai murales o le incrostazioni sulle facciate dei palazzi. Tra tuffi in mare, blackout, un vecchio tutù al ginocchio e capelli che ricrescono, c’è la tenera ferocia di Caterina che sembra dire, in ogni momento, «sono io». Per andare per la sua strada.
CLEOPATRA VA IN PRIGIONE
Claudia Durastanti
Minimum Fax
15 euro
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