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Teatro Regio
12 Maggio 2023 - 06:00
Il trasformista torinese
Un mini show questa sera (ore 19) nel Foyer del Toro, per presentare lo spettacolo, poi, Arturo Brachetti salirà sul palco del Regio, vestirà i panni della Duchessa di Krackentorp, reciterà in francese, canterà in italiano e aggiungerà alla regia immaginifica che Barbe & Doucet hanno creato per l’opera di Gaetano Donizetti un guizzo di sorpresa, di comicità e di divertimento in più. C’è anche la leggenda del “quick change” nel prestigioso cast de “La figlia del reggimento” che, stasera nell’Anteprima Giovani e da domani fino al 23 maggio per tutto il pubblico, andrà in scena al Teatro Regio di Torino nell’allestimento coprodotto dal Regio con il Teatro La Fenice di Venezia. A dirigere l’Orchestra e il Coro del Regio nell’esecuzione del melodramma giocoso del compositore bergamasco, opera da 29 anni assente dal teatro lirico torinese, la bacchetta del maestro torinese di nascita e parigino di adozione Evelino Pidò.
Allegra, spensierata, orecchiabile, l’opéra-comique, prima opera francese di Donizetti, - fu composta e rappresentata a Parigi nel 1840 - è ambientata nelle Alpi tirolesi e narra le avventure di Marie e Tonio. Lei, interpretata dal soprano tarantino Giuliana Gianfaldoni, è una trovatella allevata come vivandiera da un reggimento di soldati napoleonici, guidati dal sergente Sulpice (il baritono Roberto de Candia). Lui, Tonio, cui dà voce e volto il grande tenore americano John Osborn, è l’uomo di cui Marie si innamora, ma quando questi sarà sospettato di essere una spia, tra i due si frapporranno molti ostacoli: la guerra, la contrarietà dei molti “padri” di Marie, la marchesa di Berkenfield (il mezzosoprano Manuela Custer). Il lieto fine, naturalmente, prevarrà.
Eseguita in lingua originale francese (sopratitoli in italiano), “La figlia del reggimento” viene letta dal duo Barbe & Doucet
come “un lavoro sulla memoria della guerra”. «I ricordi - dicono - hanno la tendenza a rendere le cose più leggere: attraverso questa “memoria buona” ci è stato possibile mantenere il senso di commedia e leggerezza, dando vita a uno spettacolo che coinvolge chi guarda ricordando che tutte le persone anziane sono state un tempo giovani». E aggiungono: «È una storia bellissima, e nonostante sia una commedia abbiamo voluto esprimere anche gli aspetti più commoventi. Il nostro desiderio era quello di creare uno spettacolo festoso, dopo due anni di Covid, la guerra intorno al mondo, i cambiamenti climatici».
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