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A tu per tu
24 Giugno 2023 - 17:01
La signora incontrastata delle sigle
Con la sua voce è riuscita a trasportare nell’universo incantato dei cartoon intere generazione. Con la sua fisicità ha dato vita lei stessa a quei personaggi raccontati attraverso le sue canzoni. Cristina D’Avena è l’artista fenomeno della storia della musica italiana, un unicum, la sola ad essere diventata una star cantando le sigle di quei cartoni animati, dai “Puffi” a “Kiss me Licia”, che, ancora oggi, a distanza di decenni, non accennano a perdere fascino. Sette i milioni di dischi venduti in tutto il mondo, planetaria la sua fama. Non appare strano, allora, che anche il suo concerto di stasera al Parco Dora Live, insieme con i Gem Boy, sia tutto esaurito. Lei è così, catartica, una boccata d’ossigeno, un’immersione nella fanciullezza che nessuno vorrebbe mai perdere.
Cosa ne pensa Cristina? Perché ogni suo live è un sold out?
«Perché sono io la prima a divertirmi come una matta - racconta a Torino Cronaca -. Mi sento come una bambina che si mette a giocare con altri bambini. Il pubblico ha un amore folle per me, per le mie canzoni, sono felicissima di tutto questo e di sapere che la gente dopo i miei live torna a casa felice».
E lei è felice?
«Sì, non ho ancora voglia di smettere e di stare sul divano in panciolle. Io ho bisogno di tutto questo, è una sorte di dipendenza, soprattutto oggi, dopo la pandemia, non farei mai e poi mai a meno del mio pubblico».
Questa passione l’ha spinta anche ad accantonare la sua professione di medico?
«Sì, anche se non nego che mi piacerebbe terminare gli studi. Mi mancano solo gli esami dell’ultimo anno. Sono sicura che con la mia energia negli ospedali porterei tanta gioia».
E la musica pop?
«Non nego che oggi non mi dispiacerebbe cantare qualcosa di pop, me lo hanno già chiesto e nel futuro capiterà, ne sono certa».
Sono passate quasi due settimane dalle morte di Silvio Berlusconi, il fondatore dell’azienda dove lei ha iniziato la parte più importante della sua carriera. Come sta?
«Male, molto male. Lui era un mio punto di riferimento, una persona sempre positiva e solare. Certo, quando entrò in politica iniziammo a sentirci molto meno, ma ho sempre saputo di potere contare su di lui. Oggi mi mancherà quel punto di riferimento. Io ero una ragazzina, lui mi prese per mano e mi accompagnò nel mio cammino. E’ stata una persona importantissima per me».
Qual era il suo pregio più grande?
«La positività».
C’è mai stato un momento no nella sua carriera?
«Forse solo quando hanno chiuso la tv dei ragazzi, “Bim Bum, Bam” e tutti gli altri contenitori. Mi sono dovuta reinventare, l’ho fatto con i concerti insieme ai Gem Boy».
Il momento più bello della sua carriera?
«Quel Sanremo del 2016 con Carlo Conti quando feci cantare a tutta la platea i “Puffi”. Inutile negarlo, tutti siamo passati di lì, quelle trasmissioni hanno cambiato la storia della tv».
Lei oggi è innamorata?
«Sì, sono innamoratissima».
Non ha avuto figli, le mancano?
«Certo, è una cosa a cui penso costantemente. Ogni giorni mi chiedo come sarebbe la mia vita oggi se avessi dei figli. Ma, non si riesce a programmare tutto. Ho avuto una carriera intensa, non mi sono potuta fermare, e l’orologio biologico purtroppo non aspetta».
La sua canzone preferita?
«Ovviamente “Kiss me Licia”, io stessa sono stata Licia in tv, pensi a quei tempi mi chiamavano tutti così, non era più Cristina, ero Licia».
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