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Sonic Park Stupinigi

L'hip hop "buono" dei Black Eyed Peas: «Noi facciamo poesia»

Stasera il gran finale con la band americana, aprono i Motel Connection (GUARDA IL VIDEO DI “DON'T YOU WORRY”)

Black Eyed Peas

La band americana è nata nel 1995

Gli americani Black Eyed Peas hanno scelto la splendida scenografia della Palazzina di Caccia di Stupinigi per dare il via stasera al mini tour italiano di quattro tappe. Ad aprire la serata saranno i Motel Connection. Un’occasione ghiotta per i fan del gruppo formatosi nel 1995 e che ha saputo creare un hip hop alternativo in grado di vincere 6 Grammy Awards e di vendere 35 milioni di album. Sulle note di brani cult come “Don’t You Worry”, “Where Is the Love?”, “Street Livin’”, “I Gotta Feeling” si concluderà l’edizione 2023 del Sonic Park Stupinigi.


Dopo molti anni questo concerto rappresenta il vostro grande ritorno in Italia: cosa vi aspettate da questo tour?
«Come gruppo internazionale ci stupisce sempre come la musica possa avere una portata globale anche in paesi in cui l’inglese non è la lingua principale - spiegano i BYP - sappiamo che la musica che ti emoziona non ha confini. Quindi siamo pronti a scatenarci, a portare l’energia in stile Black Eyed Peas. Forse daremo anche un assaggio di qualche nuovo brano come regalo per i nostri fan italiani».


Che tipo di concerto ci dobbiamo aspettare?
«Sarà un concerto divertente: un mix di alcuni dei nostri vecchi pezzi preferiti e di altri nuovi».


La vostra partecipazione al Festival di Sanremo è stata leggendaria: cosa ricordate di quei giorni?
«La nostra prima volta a Sanremo è stata nel 2004. L’accoglienza e gli applausi che abbiamo ricevuto dal pubblico sono stati straordinari. Far parte di un festival che seleziona la voce dell’Italia all’Eurovision è molto speciale: siamo rimasti sbalorditi dai talenti che si esibivano sul palco. Nel 2023 siamo stati onorati di tornare a Sanremo per suonare di nuovo all’Ariston».


Parlando della musica di oggi: cos’è l’hip hop oggi?
«Il genere hip hop è decisamente cambiato nel tempo. All’inizio si trattava di poesie e rime sulla vita nei quartieri con una visione ottimistica. Oggi, purtroppo, alcuni brani hip hop esaltano l’attività criminale, l’uso di droghe, il maltrattamento delle donne e altri temi che non rientrano nel nostro stile».


La vostra musica è conosciuta in tutto il mondo, ma sapete qualcosa della musica italiana del passato o di oggi?
«Non possiamo dire di essere esperti di musica italiana o dei suoi artisti, quindi come studenti della musica ci piace sempre imparare. L’Italia ha radici profonde nella musica classica e nell’opera e ha donato al mondo le magnifiche voci di Luciano Pavarotti e Andrea Bocelli».

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