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"Cecità", così un virus sconosciuto toglie la vista alle persone

Martedì 7 novembre su il sipario in via Rosolino Pilo con lo spettacolo ispirato al testo del Premio Nobel Josè Saramago

"Cecità", così un virus sconosciuto toglie la vista alle persone

Un'immagine dello spettacolo "Cecità"

Il capolavoro di José Saramago si fa danza al Teatro Astra di Torino. “Cecità “ di Virgilio Siena, liberamente tratto dal romanzo del Premio Nobel portoghese, debutta questa sera in prima assoluta sul palco di via Rosolino Pilo inaugurando così la stagione del Teatro Piemonte Europa intitolata proprio “Cecità”. È questa, infatti, l’impronta tematica che il direttore artistico Andrea De Rossa ha voluto dare al cartellone 2023-2024. «Cecità intesa in senso metaforico - spiega De Rosa -, come quell’atteggiamento che ci accomuna tutti quando ci ostiniamo a non vedere le verità che stanno innanzi ai nostri occhi, che ci spinge a distogliere lo sguardo pur di non guardare davvero ciò che ci sta davanti».

In replica fino a domenica 12 novembre lo spettacolo del coreografo e danzatore Virgilio Sieni reinterpreta l’opera di Saramago con il linguaggio del corpo. Sul palco Jari Boldrini, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Andrea Palumbo, Emanuel Santos, sulle musiche originali di Fabrizio Cammarata, si muovono, cercano gesti nuovi, toccano lo spazio e ne sono toccati, ascoltano tracce e onde sonore che vagano nell’aria in un percorso che dalla cecità si muove verso una condizione nuova in cui si è costretti a vivere le cose diversamente e a elaborare strategie di sopravvivenza, di rieducazione allo sguardo.

Spiega Sieni; «Incombe sulla terra una tragedia immane che rovescia il modo di stare. Un virus sconosciuto agisce togliendo la vista alle persone. Comunità e individui perdono apocalitticamente quello che credevano di possedere e vedere. Tutto è improvvisamente immerso in un biancore luminoso che assorbe come per divorare non solo i colori ma le cose stesse e gli esseri, rendendoli così, doppiamente invisibili». E aggiunge: «Con “Cecità” si esplora quello stato di mancanza che risveglia la vita delle cose facendole sbalzare fuori dalla quotidianità».

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