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Kasia Smutniak presenta il suo esordio alla regia: ecco di che cosa parla "Mur"

L'attrice/regista nata a Lodz incontra i fan torinesi e parla del suo viaggio al confine tra Polonia e Bielorussia

Kasia Smutniak presenta il suo esordio alla regia: ecco di che cosa parla "Mur"

Kasia Smutniak negli insoliti panni di regista:

Questa volta ci sarà, Kasia Smutniak, al cinema Massimo per incontrare il pubblico torinese: a settembre era ospite del festival LiberAzioni per rievocare insieme al regista Davide Ferrario le riprese di “Tutta colpa di Giuda”, ma era malata e ha potuto esserci solo “da remoto”. Giovedì alle 21 invece verrà, l’occasione imperdibile è la prima cittadina del suo esordio dietro la macchina da presa per il documentario “Mur”. Presentato in anteprima al prestigioso festival di Toronto a settembre, “Mur” è un viaggio, compiuto a marzo 2022, sulle tracce del muro che la Polonia aveva iniziato a costruire all’indomani dell’inizio della guerra tra Russia e Ucraina per limitare l’ingresso dei profughi che passavano dal confine bielorusso per sfuggire al conflitto.
«C’era un solo modo per poter girare questo documentario», confida la neo-regista polacca.

«Essere in pochi, girare il più possibile e di nascosto. È nato così questo strano progetto, con una preparazione mirata a essere invisibili. “Mur” nasce dalla necessità di analizzare la condizione umana e la drammatica situazione al confine tra Polonia e Bielorussia». Il percorso ha il suo cuore a Lodz, dove Smutniak è nata nei pressi di un altro muro, quello del ghetto ebraico: un viaggio della speranza con più rischi che certezze, che ha portato molte persone da vari Paesi ad attivarsi per dare una mano, soccorrendo chi tentava la sorte o anche “solo” raccontandone la situazione. «Volevo raccontare quello che stava succedendo nella “zona rossa” e vedere con i miei occhi il famigerato muro del quale non esistevano fotografie, solo poche, confuse informazioni».

Kasia Smutniak è anche quasi sempre davanti alla camera, regista alla prima esperienza ma consapevole fin dal primo minuto sul dove andare, su come e cosa riprendere (dà in diretta disposizioni alla sua operatrice e alleata nella missione), in cui c’è molto lavoro sul campo ma anche tanta, tantissima cura dal punto di vista estetico. Il documentario è in programmazione al Massimo anche venerdì alle 21, sabato e domenica alle 16 e poi da lunedì a mercoledì alle 20,30.

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