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Un poker di mostre
07 Dicembre 2023 - 16:55
La maternità e la melanconia nelle opere di Durer e dei contemporanei , la pittura cinese delle nuove generazioni, il focus su un grande maestro trentino e l’omaggio all’estro di un mercante d’arte, “artista e avventuriero”. Poker di mostre al Mart di Rovereto, inaugurate ieri da Vittorio Sgarbi e tutte nate, come è stato anche per la rassegna dedicata a Gian Enzo Sperone da poco aperta nel Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, da un’idea del sottosegretario alla Cultura, nonché presidente del Mart.
Parte dall’antico e si apre all’arte moderna la grande mostra d’inverno “Dürer. Mater et Melancholia”. Parte dall’ovale dolcissimo della madre e dalla vivacità nelle movenze del bimbo raffigurate nella “Madonna col Bambino” di Albrecht Durer, qui messa in dialogo con le opere di Giovanni Segantini, Max Klinger, Otto Greiner, Medardo Rosso, Adolfo Wildt, Umberto Boccioni, Gino Severini, Felice Casorati, Lucio Fontana, Giannetto Fieschi, Jean-Pier Velly, Hubert Kostner, Andrea Mastrovito. Una mostra, quella curata da Daniela Ferrari e Stefano Roffi (visibile fino al 3 marzo 2024), giocata sui temi della maternità e della melanconia e che tra le 70 opere in esposizione annovera, oltre ai capolavori del pittore di Norimberga, prestati eccezionalmente dalla Fondazione Magnani Rocca, due preziose incisioni di Giorgio Morandi, “Natura morta con pane e limone” e “Grande natura morta scura”, l’“Autoritratto con il fratello” di Giorgio de Chirico, e tornato finalmente visibile al pubblico dopo decenni.
Rappresenta di sicuro una novità la rassegna “Global Painting. La nuova pittura cinese”, prima tappa di una mostra internazionale e itinerante sui pittori emergenti provenienti dalla Cina. Curata da Lü Peng e Paolo De Grandis, proporrà fino al 14 aprile 2024 i lavori, mai presentati prima in Italia, di 24 giovani artisti, esponenti del movimento, immerso in uno scenario globale, denominato Nuova Pittura. Dedicata al “poeta del pennello”, nel centenario della morte, la mostra, allestita fino al 3 marzo 2024, a cura di Margherita de Pilati “Bartolomeo Bezzi. Il sentimento del tempo” con le sue 17 opere di grandi dimensioni del maestro trentino tra cui i famosi paesaggi come “La valle di Rabbi” o “Sulle rive dell’Adige”. Sempre fino al 3 marzo di “Luca Scacchi Gracco. Artista e avventuriero” parleranno, nella rassegna curata da Denis Isaia e Manuela Vallicelli, i documenti relativi alla sua attività di mercante d’arte, oltre ad alcuni suoi lavori.
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