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Il musical

Luca Ward: «Che fatica recitare con il reggiseno»

L’attore e doppiatore il 19 e 20 gennaio in scena al Teatro Colosseo per "Matilda"

"Matilda"

Luca Ward nei panni della preside Trinciabue

Certo, non è semplice ballare, recitare, muoversi sul palco con una nona di reggiseno. Non è semplice soprattutto se sei un uomo e quell’ingombro, costruitoti addosso come un’armatura, ti impedisce di vedere dove metti i piedi.

«Ho le gambe piene di lividi - ammette Ward -, all’inizio andavo a sbattere da tutte le parti, una volta sono anche caduto, il pubblico ha riso pensando che fosse una cosa voluta, invece ero proprio inciampato. Adesso per fortuna ho preso le misure e un po’ per volta mi sto abituando». Del resto il personaggio che Luca Ward interpreta, la preside Trinciabue, deve essere così: molto alta, molto grossa, molto prosperosa. «Gli americani - spiega - hanno deciso di farla interpretare sempre da uomini, perché non è facile trovare un’attrice di quelle proporzioni. Così quando mi ha telefonato Piparo per propormi quel ruolo femminile all’inizio ero un po’ perplesso, ma poi ho accettato».


L’attore e doppiatore romano, volto noto di tante fiction come “Elisa di Rivombrosa” e “Centovetrine”, sarà, per la prima volta “en travesti”, la cattivissima preside Trinciabue in “Matilda il Musical”, versione italiana firmata da Massimo Romeo Piparo del superpremiato “Matilda” di Roald Dahl con il libretto di Dennis Kelly e musiche e testi di Tim Minchin. Lo spettacolo debutta venerdì 19 gennaio alle 20,30 al Teatro Colosseo di Torino (in replica sabato 20 alle 20,30 e domenica 21 alle 16) per raccontare la storia di Matilda, bambina brillante, intelligente, appassionata di libri, che vive una vita infelice perché non è né amata, né compresa dai genitori e dal fratello e dovrà imparare a sopravvivere in famiglia così come a scuola. Del corposo cast fanno parte anche la popolare coppia The Pozzolis family e Giulia Fabbri, la Mary Poppins della versione italiana del capolavoro di Disney. E per Luca Ward ancora una volta il ruolo è quello del cattivo.


«In Italia è così, se ti mettono un’etichetta è poi difficile uscirne. In realtà mi piacerebbe avere una volta un ruolo più “tranquillo”».

Che spettacolo è Matilda?
«È come quei bei cartoni animati americani, che piacciono molto. È uno spettacolo per tutti, non solo per i bambini, e fa anche molto riflettere, sul ruolo della famiglia, sulla scuola».

Si parla anche di bullismo?
«Sì, e per fortuna in questo caso i bulli, anzi, chiamiamoli con il loro nome, i cretini, perdono».

Ci sono molti ragazzini in scena, come affrontano l’argomento del bullismo?
«Non ne parlano volentieri. Purtroppo a scuola non ci sono più le punizioni esemplari. Se io picchiavo un compagno ai miei tempi mi sospendevano».

Lei da doppiatore ha prestato la voce anche a Russel Crowe, adesso che l’attore andrà a Sanremo lo incontrerà?
«No, l’ho incontrato in altre occasioni. Quei personaggi, poi, arrivano il giorno prima, vanno in scena e ripartono immediatamente».

Le piace fare il musical?
«Sì, è più divertente. Io vengo dalla prosa e al musical sono arrivato per caso. A volte, però, la prosa mi annoia, poi io ho un modo diverso di farla, rispetto ai miei colleghi, io guardo il pubblico, non nel vuoto».

Adesso è in tournée con Matilda e poi?
«Ho da poco girato uno sceneggiato molto bello per Raiuno, la vita di Goffredo Mameli prodotto da Agostino Saccà».

E lei sarà Mameli?
«No, farò come sempre il cattivo».

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