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MUSEO DEL CINEMA

Alla Mole c’è “Ophelia VR”, viaggio nell’arte preraffaellita

Fino al 29 gennaio, la proiezione dell'opera della regista torinese Diana Dell'Erba

Alla Mole c’è  “Ophelia VR”, viaggio nell’arte preraffaelita

Una scena di "Ophelia VR"

Una produzione tutta torinese anima fino al prossimo 29 gennaio la programmazione delle sale CineVR del Museo Nazionale del Cinema: “Ophelia VR”, scritto, diretto e interpretato dalla torinese Diana Dell’Erba, esplora la storia dell’arte attraverso il lento processo creativo di John Everett Millais nel dipingere l’omonimo capolavoro preraffaelita ponendo lo spettatore nella stanza con i protagonisti. «L’idea - spiega Dell’Erba che interpreta la poetessa, pittrice e modella Elizabeth Siddal - è nata in me dopo la lettura delle sue poesie. Non le avevo mai lette prima: le ho trovate molto tormentate, molto profonde. Ho scoperto poi anche i suoi disegni, che ho trovato lancinanti. Si è voluta esprimere attraverso l’arte, in un’epoca in cui poche donne ci provavano». Ad affiancarla nel ruolo degli artisti Dante Gabriel Rossetti e Millais troviamo Eugenio Di Fraia e Simone Nepote André. “Ophelia VR” nasce dalla lavorazione di un altro corto, “Beata Beatrix”, ancora in fase di ultimazione.

«Eravamo in una location meravigliosa con tutto a disposizione e ancora un po’ di tempo e ho deciso di concentrarmi sul VR per una scena. Trovo che la realtà virtuale abbia un potenziale che oggi il cinema ha un po’ perso», aggiunge la regista. Il corto è stato realizzato con la società torinese Motion Pixel di Stefano Sburlati, una delle realtà più importanti in Italia nel settore. «Vorrei continuare a lavorare in questo campo, con loro stiamo già pensando ad altri progetti. È un mondo ancora pionieristico, sono rimasta conquistata dalla collaborazione che c’è tra i creativi di tutto il mondo, c’è voglia di conoscersi e aiutarsi a vicenda: nel cinema questo non esiste più».


Dell’Erba è pronta a nuovi progetti, oltre al set sardo del film “Milarepa” diretto da Louis Nero e dedicato alla storica figura del buddismo. «Negli ultimi anni mi sono molto concentrata sulla maternità e in particolare sul parto rispettoso. Ho una bimba di 3 anni e ho scoperto il tema della violenza ostetrica, ho realizzato un portale sul rispetto del parto e vorrei fare una serie di animazione. Il business della medicalizzazione ci porta a nascere male, è giusto che se ne parli». La visione di “Ophelia” nelle sale per la realtà virtuale nell’Aula del Tempio della Mole è gratuita per i visitatori del Museo.

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