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MUSEO DEL CINEMA
17 Gennaio 2024 - 15:36
Una scena di "Ophelia VR"
Una produzione tutta torinese anima fino al prossimo 29 gennaio la programmazione delle sale CineVR del Museo Nazionale del Cinema: “Ophelia VR”, scritto, diretto e interpretato dalla torinese Diana Dell’Erba, esplora la storia dell’arte attraverso il lento processo creativo di John Everett Millais nel dipingere l’omonimo capolavoro preraffaelita ponendo lo spettatore nella stanza con i protagonisti. «L’idea - spiega Dell’Erba che interpreta la poetessa, pittrice e modella Elizabeth Siddal - è nata in me dopo la lettura delle sue poesie. Non le avevo mai lette prima: le ho trovate molto tormentate, molto profonde. Ho scoperto poi anche i suoi disegni, che ho trovato lancinanti. Si è voluta esprimere attraverso l’arte, in un’epoca in cui poche donne ci provavano». Ad affiancarla nel ruolo degli artisti Dante Gabriel Rossetti e Millais troviamo Eugenio Di Fraia e Simone Nepote André. “Ophelia VR” nasce dalla lavorazione di un altro corto, “Beata Beatrix”, ancora in fase di ultimazione.
«Eravamo in una location meravigliosa con tutto a disposizione e ancora un po’ di tempo e ho deciso di concentrarmi sul VR per una scena. Trovo che la realtà virtuale abbia un potenziale che oggi il cinema ha un po’ perso», aggiunge la regista. Il corto è stato realizzato con la società torinese Motion Pixel di Stefano Sburlati, una delle realtà più importanti in Italia nel settore. «Vorrei continuare a lavorare in questo campo, con loro stiamo già pensando ad altri progetti. È un mondo ancora pionieristico, sono rimasta conquistata dalla collaborazione che c’è tra i creativi di tutto il mondo, c’è voglia di conoscersi e aiutarsi a vicenda: nel cinema questo non esiste più».
Dell’Erba è pronta a nuovi progetti, oltre al set sardo del film “Milarepa” diretto da Louis Nero e dedicato alla storica figura del buddismo. «Negli ultimi anni mi sono molto concentrata sulla maternità e in particolare sul parto rispettoso. Ho una bimba di 3 anni e ho scoperto il tema della violenza ostetrica, ho realizzato un portale sul rispetto del parto e vorrei fare una serie di animazione. Il business della medicalizzazione ci porta a nascere male, è giusto che se ne parli». La visione di “Ophelia” nelle sale per la realtà virtuale nell’Aula del Tempio della Mole è gratuita per i visitatori del Museo.
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