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"Insurrezioni"
29 Febbraio 2024 - 21:33
Una delle foto in mostra in corso Lanza, a Flashback
Agire, scendere in strada, esprimere le proprie idee andando “contro”: in altre parole, esporsi ed esser realmente membro attivo di una comunità. Non poteva esserci momento storico più adatto per l’inaugurazione di “Insurrezioni. Fotografie di una protesta: tre modi di fare e raccontare rivoluzioni e proteste in un’unica mostra”, l’esposizione fotografica tripersonale che apre oggi (dal 1° marzo fino al 2 giugno) presso Flashback - Habitat Ecosistema per le Culture Contemporanee (corso Giovanni Lanza 75).
TRE MOMENTI STORICI
Si tratta di un percorso che racconta tre momenti storici, tre proteste e tre modi di documentare l’insurrezione. C’è la street photography di Chris Suspect, celebre fotoreporter americano che ha coraggiosamente documentato le proteste politiche dei sostenitori di Trump durante la “Save America March” del 2021 a Capitol Hill per impedire l’elezione di Joe Biden; l’iconica Rivoluzione degli Ombrelli Gialli ad Hong Kong, raccontata dal vivo dal torinese Enrico Gili nel 2014 e nel 2019, quando i cittadini dell’ex colonia britannica chiesero a Pechino di mantenere un sistema politico democratico con diritto di voto alle elezioni, ricevendo come risposta la repressione, e scelsero di usare degli ombrelli per proteggersi dallo spray al peperoncino e dai gas lacrimogeni della polizia; e infine il racconto fotografico di Angelo Quattrocchi dello storico assedio di Wounded Knee, sperduto villaggio nel Sud Dakota, dove nel 1973 gli Indiani d’America si ribellarono agli abusi subiti occupando il villaggio per 70 giorni: pochi guerrieri, con qualche vecchio fucile, contro mille agenti della FBI, la polizia Indiana, la CIA e i carri armati. Tutti i giornali del mondo ne parlarono, ma fu l’italiano Angelo Quattrocchi a documentarla e viverla dall’interno, giorno per giorno, scrivendo una pagina di storia della fotografia documentaristica.
MOMENTI STORICI
In tutti e tre i momenti storici e culturali è la potenza del linguaggio della fotografia che riesce a farsi universale, trascendendo il tempo e lo spazio, e risultando più che mai attuale. «L’obiettivo ultimo di questa mostra è esprimere l’energia e la vitalità che si sprigionano nella partecipazione attiva alla vita di comunità» ha spiegato il direttore artistico Alessandro Bulgini. «Oggi più che mai l’attenzione è rivolta alla gente che scende in piazza, che si espone, ai manifestanti, ma anche i fotografi, esseri umani che si mettono in gioco e commuovono con la loro energia vitale». «L’arte - ha continuato l’assessore alle Politiche Culturali della Città di Torino Rosanna Purchia - risveglia le coscienze. E mai come oggi abbiamo bisogno di una rassegna come questa, che mette insieme coraggio, sinergia e partecipazione». Una mostra che va al di là delle ideologie, per sottolineare la differenza che c’è tra pensare e fare qualcosa: la persona che prima contestava dal divano di casa decide di mettersi in strada e cambiare la propria esistenza e quella degli altri (info su www.flashback.to.it).
Rachele Venco
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