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LA MOSTRA

Al Forte di Bard arriva Martine Franck, la seconda moglie di Henry Cartie-Bresson

Dall'8 marzo in esposizione nella fortezza in Valle d'Aosta gli scatti della fotografa belga tra i membri dell'Agenzia Magnum

Al Forte di Barda arriva Martine Franck, la seconda moglie di Henry Cartie-Bresson

La data scelta per inaugurare la mostra di Martine Franck al Forte di Bard è l’8 marzo, il giorno della Festa della Donna, e di questo la fotografa belga, scomparsa nel 2012, sarebbe felice, lei che fu sempre fieramente femminista. Meno felice, forse, sarebbe ricordare che Martine è stata la seconda moglie di Henri Cartier-Bresson, dato che vivere all’ombra del famoso marito era un po’ il suo cruccio - nel 1970, in occasione della sua prima mostra personale all’Institute of Contemporary Arts di Londra, quando scoprì che negli inviti si informava il pubblico della presenza di Bresson all’inaugurazione, decise di annullare la mostra. Rimane il fatto che Martine fu una grandissima fotografa, una delle poche donne ad essere accettata nell’agenzia Magnum Photos - entrò a farne parte nel 1980 come “nomination” e nell’‘83 ne divenne membro a pieno titolo - ed è a lei che il forte aostano dedica nelle sale delle Cantine della fortezza la rassegna “Martine Franck. Regardez les autres” (rimarrà allestita fino al 2 giugno 2024).

«La mostra è frutto di un progetto inedito realizzato e curato dalla Fondazione Henri Cartier-Bresson (di cui Martine fu cofondatrice, ndr.) su richiesta dell’Associazione Forte di Bard e avrà anche una tappa estera in Grecia nel corso del 2024», spiega la presidente dell’Associazione Forte di Bard, Ornella Badery. Che sottolinea come questo sia «un omaggio ad una delle più grandi donne della fotografia mondiale».



In mostra più di 180 scatti suddivisi in 7 sezioni. Martine ha documentato gli eventi politici e sociali del XX secolo, le rivolte del ’68, ha fotografato donne celebri, come Sarah Moon, e donne sconosciute, come le ragazze indiane dei villaggi di Gujarat, artisti e scrittori, tra cui Michel Foucault, Marc Chagall e Agnès Varda, anziani, bambini, le maschere del Théâtre du Soleil, le lotte femministe, i paesaggi dei luoghi a lei più cari. Immagini in bianco e nero, potenti, con al centro le persone. Un approccio documentale, dunque, il suo, che a volte, però, si spinge oltre la verità.

«Una fotografia non è necessariamente una bugia - diceva -, ma non è nemmeno la verità. È più un’impressione fugace e soggettiva. Quello che mi piace di più della fotografia è proprio il momento che non può essere anticipato; bisogna essere costantemente all’erta, pronti ad acclamare l’inaspettato». «L’obiettivo della mostra - spiegano gli organizzatori - è quello di far conoscere l’immenso contributo di Martine Franck come donna fotografa, celebrare le sue immagini più note dell’infanzia, della vecchiaia e del teatro, alcune delle quali sono diventate delle icone».

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