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TEATRO STABILE

Tra ironia e saggezza: al Teatro Gobetti c'è lo spettacolo che ci insegna l'arte di essere infelici

In scena da martedì 2 aprile la pièce che insegna come bilanciare la felicità con un tocco di inferno quotidiano

Tra ironia e saggezza: al Teatro Gobetti c'è lo spettacolo che ci insegna l'arte di essere infelici

Lo spettacolo in scena al Teatro Gobetti per la stagione del Teatro Stabile di Torino

«È giunta l’ora di farla finita con la favola millenaria secondo cui felicità, beatitudine e serenità sono mete desiderabili della vita. Troppo a lungo ci è stato fatto credere, e noi ingenuamente abbiamo creduto, che la ricerca della felicità conduca infine alla felicità». Lo aveva scritto il filosofo e psicologo austriaco Paul Watzlawick nel suo saggio “Istruzioni per essere infelici”, dove analizzava, con molta ironia, quei meccanismi, spesso inconsci e automatici, che noi stessi attiviamo causando la nostra infelicità.


LO SPETTACOLO DI CASTALDO
Dal testo di Watzlawick ha preso spunto Domenico Castaldo per costruire il suo spettacolo da lui diretto “L’arte di rendersi infelici”. Prodotto da Compagni di viaggio, andrà in scena martedì 2 aprile al Teatro Gobetti di Torino, dove replicherà fino a domenica 7 aprile. Saranno gli attori del LabPerm, Lucrezia Bodinizzo, Ginevra Giachetti, Marta Laneri, Marta Maltese, Zi Long Ying e lo stesso Domenico Castaldo, a dar vita a questa sorta di manuale ad uso di chi, avendo raggiunto la felicità, vorrebbe «bilanciarla con un tocco di inferno quotidiano». Ad esempio, si danno istruzioni sul come crearsi dei nemici, sul come procurarsi dolori, dispiaceri - se mai ce ne fosse bisogno di scoprirlo -, sul come diventare, giorno dopo giorno, avversari di noi stessi, insomma, su come rendersi felicemente infelici. Ebbene, questo spettacolo ci insegna come metterlo in pratica. Lo fa con la stessa ironia espressa da Watlazwick nel suo saggio. E anche con una buona dose di umorismo.

ESSERE INFELICI
«Questo debutto del LabPerm - dicono dalla compagnia - mette in scena il frutto di una attenta osservazione su come l’essere umano, pur procedendo nel progresso tecnologico, si trovi in verità, paralizzato nella sua capacità di produrre agio, felicità in se stesso e negli altri. Uno spettacolo e un divertito studio (e speriamo degli utili paradigmi) per diventare esperti d’inferno e, senza fretta, con tutto il rispetto possibile, con i nostri tempi, uscirne».

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