Cerca

TEATRO STABILE

"Medea", mamma tradita e disperata: la nuova versione di Leonardo Lidi

Da martedì 2 aprile sul palco delle Fonderie Limone di Moncalieri

"Medea", mamma tradita e disperata: la nuova versione di Lidi

Medea l’assassina, la barbara, l’invasata che, accecata dall’odio, per vendetta giunge ad uccidere i propri figli, così la descrive Euripide. Medea la folle, la satanica, la rabbiosa, fuori controllo, una donna da condannare senza appello, secondo Seneca. Per Ovidio Medea la sposa prima innamorata e poi trasformatasi in temibile maga che urla e minaccia vendetta. Ma Medea per Lidi è soprattutto «una mamma che ama tanto il papà e che piange perché il papà si vuole sposare con una donna più giovane: la principessa». L’artista associato dello Stabile, nonché vicedirettore della Scuola per Attori ha pensato di guardare questo personaggio della mitologia greca con gli occhi dei bambini «che parlano così poco ma che vedono tutti» ed è così che il pubblico la vedrà alle Fonderie Limone di Moncalieri. “Medea” da Euripide andrà in scena in prima nazionale martedì 2 aprile (ore 20,45) per la regia di Leonardo Lidi, nella nuova produzione dello Stabile, con la traduzione di Umberto Albini e la drammaturgia di Riccardo Baudino (in replica fino al 21 aprile prossimo).


LA RILETTURA DI LEONARDO LIDI
Nella rilettura che Lidi fa della tragedia di Euripide poco interessano le atrocità commesse dalla donna per vendicarsi del tradimento del suo sposo Giasone, «a me interessa - dice Lidi - quello che c’è stato prima: mi interessa studiare la fotografia di questa donna innamorata, tradita dall’uomo che amava e, infine, abbandonata». Perché, aggiunge, «Medea è conosciuta unicamente come la madre che uccide i figli, la sua azione è talmente indicibile che, come accade anche nella contemporaneità, ha messo in ombra tutto il resto. Ecco dunque che Medea ha smesso di esistere, il nome e la storia sono stati macchiati dall’evento in maniera indelebile».

"RIABILITARE" MEDEA
Ed ecco allora che, in qualche modo, Lidi vuole “riabilitarla”, raccontando «una storia d’amore». Per interpretarla ha chiamato nel ruolo della protagonista Orietta Notari, vincitrice del Premio Le Maschere del Teatro Italiano come miglior attrice non protagonista ne “Il gabbiano”. E in questa storia d’amore non c’è spazio per Giasone. «Con Baudino - è ancora il regista - abbiamo convenuto di sostituire la figura di Giasone con la figlia Glauce per mettere in primo piano le relazioni. Le relazioni dell’amore».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.