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La storia

«Sì, con la Golino ho imparato l’arte della gioia e ho combattuto il tumore»

L'attrice piemontese Alessia Debandi torna al cinema dopo le cure contro il linfoma: «Fu l'ultima serie che girai...»

L'arte della gioia

Valeria Golino e l’attrice piemontese Alessia Debandi durante l’anteprima di Roma

“L’arte della gioia” Alessia Debandi l’ha imparata eccome nell’ultimo anno, suo malgrado, e aggrappandosi a tanta, tanta forza di volontà. Nella vita non esistono coincidenze, semmai strani scherzi del destino, come quello capitato alla giovane attrice piemontese, classe 1998, protagonista della serie diretta da Valeria Golino prossimamente su Sky, dal 30 maggio nei cinema, e che stasera sarà presentata (dopo la proiezione delle 19) al Romano dalla regista e da Tecla Insolia.


«Sì, quella serie è l’ultima cosa che girai prima di ammalarmi lo scorso anno - racconta dal set in Sardegna dove in questi giorni è impegnata per un nuovo progetto inglese -, qualche mese dopo le riprese scoprii di avere un tumore, linfoma di Hodgkin, per la precisione. E, paradossalmente, è il primo lavoro uscito dopo la fine delle cure». Esatto, dopo una serie di cicli di chemioterapia che hanno tenuto Alessia - divenuta famosa al grande pubblico nella parte di Angela di “Il paradiso delle signore” -fuori dai giochi per un anno.


«Sono molto contenta del clamore che sta avendo “L’arte della goia” - prosegue l’attrice scoperta dalla talent torinese Mirella Rocca con il suo Cinema District Hub dove oggi la Debandi tiene masterclass di recitazione -. Valeria Golino se lo merita, è una capace e precisa, non lascia nulla al caso. Per avere quella parte ho dovuto affrontare diversi casting, in tutto il provino è durato nove mesi. Quando iniziai a girare, non sapevo ancora nulla della malattia ma, iniziavo ad avere un dolore alla scapola, proprio dove si stava formando il tumore. Oggi posso dire di avere ripreso la mia vita in mano, ho ricominciato, devo solo fare qualche accertamento prima di mettere definitivamente la parola fine a questa esperienza. Valeria? L’ho vista qualche giorno fa a Roma per l’anteprima, è stata molto delicata, come sempre. Mi è stata vicino senza essere invadente, non lo è mai, lei mi parla con lo sguardo, è molto intensa».
Dolce e sensibile, nel film Alessia interprete, invece, la malvagia giovane suora che metterà i bastoni fra le ruote alla costante ricerca della felicità di Modesta, il personaggio siciliano nato dalla penna di GoliardaSapienza.
«Per me è stata un’esperienza importante affrontare questo ruolo così diverso da me, una vera sfida. Il risultato è bellissimo, questo film è un gioiello, c’è il cuore di tutti coloro che ci hanno lavorato».

La trama

"L'arte delle gioia" è tratto dal romanzo di Goliarda Sapienza. Modesta cresce nella campagna siciliana insieme alla madre, che detesta la sua indole ribelle e le preferisce la sorella disabile. Quando suo padre, da tempo assente, ricompare è per abusare di lei e del suo immenso bisogno di affetto. E Modesta si vendica, mandando in cenere il mondo in cui è cresciuta. Nel convento per figlie dell’aristocrazia siciliana dove viene accolta diventa la favorita della madre superiora Eleonora, di cui si innamora anche in virtù di quella fame atavica di attenzioni. Ma l’idillio non durerà a lungo e Modesta, ormai una giovane donna, si ritrova nella casa di una principessa del Nord Italia capricciosa ed esigente, e si innamora di nuovo: di una sua coetanea, di un autista, di un “gabellotto”. Ognuno di questi incontri è un passo avanti nel suo percorso di autoconsapevolezza e determinazione a rubare la parte di gioia che le spetta, senza provare quel senso di colpa e di vergogna che le hanno imposto fin dalla nascita, in quanto femmina della specie.

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