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Parco Dora Baltea

Santi Francesi: «Dormivamo in tenda per seguire l'Apolide ma, stavolta, suoniamo noi»

Ivrea: Mario e Alessandro tra i protagonisti dell'apertura del festival in programma dal 21 giugno

I Santi Francesi

I Santi Francesi

Il piacere di tornare a casa valica qualsiasi altra emozione quando si ha un cuore giovane come quello dei Santi Francesi che, nonostante il successo in discesissima degli ultimi due anni, continua a battere al ritmo di sempre. Ossia, seguendo la propria indole libera, sperimentale, umile, fortemente legate ai luoghi di origine: il territorio eporediese. Spetterà proprio a loro, ad Alessandro e Mario, aprire domani sera l’Apolide Festival (21-23 giugno) trasferitosi a Ivrea dopo essere stato sfrattato un anno fa dai boschi di Vialfrè poiché considerato “troppo rumoroso”. E adesso la storia ricomincia. I Santi Francesi si esibiranno dalle 18 al Parco Dora Baltea insieme con il compaesano Motta, Laila al Habash, Le Feste Antonacci, Monte Mai, Irossa, Bioma, Tanz Akademie.

Come vi sentite?
«Siamo molto emozionati di tornare a casa, una data così ti mette ansia perché ci troveremo davanti amici e parenti, c’è un po’ di tensione generale, ci saranno le nostre famiglie e tante facce conosciute».

E, inoltre, voi con l’Apolide siete cresciuti...
«Lo abbiamo frequentato molte volte da fan. Siamo sempre stati affascinati dal festival, dormivamo anche noi in tenda per seguirlo».


Due anni fa avete vinto “X Factor”, a febbraio c’è stato Sanremo e, ora, il singolo estivo “tutta vera”: sarà un tormentone?
«In Italia al momento ci sono due momenti topici per chi fa musica, l’estate è uno di questi, per noi si prospettano tre mesi pieni di tappe».

E poi, cosa accadrà?
«Siamo abituati a navigare a vista, di sicuro lavoreremo molto per il nuovo album che uscirà in autunno e sarà pieno di sperimentazioni dove mischieremo generi diversi, come piace a noi. La nostra musica è schizofrenica, cambiamo spesso».

Mario polistrumentista, Alessandro voce e ukulele, ci racconti di questa sua passione.
«In realtà anche Mario suona l’ukulele, è uno strumento incredibile, una chitarra folk capace di grandi cose. E’ molto interessante portarlo nella musica pop».

Avete suonato per le Atp e si sa che Alessandro ama il tennis, ma adesso è tempo di Europei.
«Io (Alessandro, ndr) amo il calcio, sono interista e li seguirò di sicuro. Io, invece, (Mario ndr) non lo seguo, ma agli Europei non rinuncio».

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