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IL COLLEZIONISTA FOLLE

A tavola con Vincent Van Gogh

Ecco i segreti del quadro con la doppia firma...

Van Gogh

“Passeggiata al Mulino”

PROLOGO ALLA RUBRICA
L’arte è vita, la vita è arte. Come quella del nostro Collezionista Folle che a suo dire, tra le altre, detiene anche un paio di tele di Van Gogh, una addirittura con due firme del celebre pittore olandese. In effetti, a ben vedere, in questo episodio quella che sembra una mera disputa prandiale ad alto contenuto alcolico, è l’epitome della vita del nostro immaginifico eroe, quasi una minibiografia intellettuale dove l’arte è il dolce di fine pasto che esalta la fervida e stravagante fantasia del Collezionista Folle.

Sotto il tavolo

Seduto e fermo, il cane non fa domande e non interrompe. Impariamo da lui che ha il naso molecolare molto più capace e sensibile di quello umano
«Nel gioco dell’oca in versione rinascimentale, c’era anche il naso del cane lupo?» domanda l’ospite girando la forchetta per arrotolare gli spaghetti. «Certo, il lupo italiano domato da Francesco, in cui ci si imbatteva nei boschi… non credo che replicassero in gesso il naso schiacciato del carlino francese, per intenderci quello che morse al volto Gabrielle Berlattier, l’amica di Vincent Van Gogh ad Arles, per cui lei fu cauterizzata all’ospedale di Parigi dove le venne sostituito un orecchio con una protesi di cartongesso, fatto che sconvolse Van Gogh il quale per amore si tagliò il lobo di un suo orecchio e glielo donò».

L’ospite alzò la testa dal fiero pasto e mi guardò sorpreso; «Ma dici davvero?». … «Avrò modo di provare quello che dico poiché posseggo una tela firmata due volte da Van Gogh, sopra e sotto la pittura, con le date di due passeggiate che fece al mulino di Fontvieille, con il volto del cugino Mauve dipinto morto supino e con sopra il naso la figura della ragazza morsa dal cane». L’ospite trangugiò un calice di vino. «Che prova hai della autenticità della tela?».


Lo fulminai con lo sguardo. «La tela è timbrata sul retro dalla galleria Goupil, di cui Theo, il fratello di Vincent, ne era il direttore».

L’ospite si accasciò sulla sedia. «Ma torniamo al dipinto Leonardesco, quello col volto di Leonardo simile a quello di Salaì, il suo bel ragazzo di bottega molto amato benché ladruncolo. Ebbene attualmente il dipinto è sottoposto ad esami per il suo sfoderamento, poiché si suppone che tra le due tele tra fronte e retro, all’interno possa esserci una tasca in cui sia stato custodito il ritratto di Isabella d’Este, disegnato su carta ed utilizzato da Leonardo per trasferire il disegno e dipingerlo sulla tavola di legno. Questo dipinto potrebbe essere l’attrattiva per un evento straordinario?».

L’ospite alzò il coltello puntandomelo contro: «Trovo più interessante la tela di van Gogh… ne hai per caso un’altra?». Non gli risposi, non volli rivelargli di possedere anche una piccola ma imbarazzante tela citata da van Gogh nelle sue lettere :
“Lo scherzo di bordello” … un argomento assolutamente non di fine pasto.

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