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IL PERSONAGGIO

Peter Greenaway a Torino: "Adoro le geometrie di questa città e disegnare la Mole Antonelliana"

Il regista britannico è ospite del Museo del cinema e riceverà martedì 24 settembre il premio "Stella della Mole"

Peter Greenaway a Torino: «Adoro le geometrie di questa città e disegnare la Mole Antonelliana»

Peter Greenaway

Due giorni con Peter Greenaway a Torino, la sua arte e la sua passione per la Mole Antonelliana: il regista britannico è ospite del Museo del cinema, per accompagnare la proiezione di un documentario sulla sua vita, di un corto da lui dedicato all’Ultima Cena di Leonardo, per un reading di suoi racconti tenuto insieme alla figlia Pip, per una masterclass e per ricevere il Premio Stella della Mole (per questi ultimi eventi l’appuntamento è oggi alle 18,30 in via Montebello 20). «Devo ringraziare il direttore del Museo, Domenico De Gaetano - ha spiegato l’autore de “I misteri del giardino di Compton House” - perché anni fa quando era alla Reggia di Venaria mi ha invitato per un progetto e mi ha fatto scoprire Torino. Adoro la geometria così precisa di questa città, torno sempre volentieri anche perché sono molto affascinato dalla Mole».


All’edificio simbolo della città, nonché sede del Museo, Greenaway ha dedicato cento disegni originali che sono stati raccolti in un libro pubblicato in queste ore per celebrare il suo arrivo. «Non esiste una parola inglese per tradurre il nome “Mole” e quindi mi sono divertito ad applicare ai miei disegni i vari significati che la parola “mole” ha in inglese: vuol dire talpa, sia come animale sia come spia. Un animale cieco, oltre tutto: è davvero interessante che dentro ci sia un museo sul cinema!».
Oltre alle visite in Mole negli ultimi trent’anni, il regista ha un trascorso piemontese importante: ha girato parte del suo film “Le valigie di Tulse Luper” al Castello di Racconigi, nel 2002, e nel pinerolese nel 2017 una parte di “Walking to Paris”, il viaggio di Constantin Brancusi dalla Romania a piedi fino a Parigi. Senza dimenticare il progetto “Peopling The Palaces - Ripopolare la Reggia” a Venaria nel 2005.


A 82 anni Greenaway appare in gran forma e molto attivo, tanto che in Italia ha da poco ultimato il suo nuovo progetto, interpretato da Dustin Hoffman. «Si intitola “Lucca Mortis” e parla della morte e del suo significato. Girato in Toscana, è anche un viaggio nella storia, con apparizioni di Galileo, di Giulio Cesare e altri. Parla di vecchiaia: per questo ho scelto un attore come Dustin che ha cinque anni più di me». Da spettatore non trova molto di interessante nel cinema contemporaneo: «I miei eroi sono quelli della mia gioventù, come Fellini, Antonioni, Resnais: da tempo mi sembra che il cinema sia molto ripetitivo, sembra tutto già visto. Quando penso che due grandi registi, Lynch e Villeneuve, hanno speso anni per portare al cinema “Dune” trovo la cosa davvero noiosa, una vera perdita di tempo».

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