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IL COLLEZIONISTA FOLLE
12 Ottobre 2024 - 18:17
Ritratto di Modigliani a Hellens
PROLOGO
È una verità universalmente riconosciuta che ogni collezionista sia inevitabilmente convinto di possedere dei capolavori nascosti, anche quando il mondo dell’arte non la vede proprio così. C’è chi accumula francobolli, chi monete rare, ma il nostro Collezionista Folle ha fatto di più: è convinto di avere una collezione di opere autentiche firmate dai più grandi maestri. Peccato che le illustri “Fondazioni”, con il loro fare solenne e i loro certificati di autenticità, non sembrino condividere tanto entusiasmo. Ma chi siamo noi per negargli il piacere di credere che un pennello di Modigliani abbia tracciato proprio quelle pennellate? Perché toglierci il piacere di leggere la storia del ritratto, a suo dire, fatto dal grande Modì?
MODIGLIANI, L’AMORE AD ORE...adorava passare le ore parlando d’arte e d’amore, bevendo assenzio, facendo le carte per divinare il futuro come “L’occhio di Dio” di Franz Hellens che aveva incontrato pochi giorni prima sulla Promenade des Anglais. Mentre esaudiva la sua richiesta di fargli un ritratto che esprimesse il magico istante in cui col suo respiro era solito uscire lo spiritello dal corpo, Amedeo gli ripeteva di stare fermo, di non voltarsi né a destra né a sinistra, benché passassero delle belle ragazze piene di vita da donare a coloro che le avessero colte. Un solo coito non avrebbero potuto condividerlo, gli disse Franz Hellens mentre il suo respiro aumentava con la pressione sanguigna. Avrebbero dovuto fare le cose in grande, invitando anche la Duncan affinché potesse esibire le movenze della antica danza greca, prima che qualcosa di grave potesse capitarle. Mentre Amedeo spandeva col pennello un colore verde rame, Franz continuava a muovere la sua bocca a culo di gallina come se le sue labbra si muovessero da sole e le parole che ne uscivano parevano colpi di sciabola diavolesca : “Non vada Isadora sulla Isotta Fraschini né tanto meno su una rossa Bugatti” mentre la sua fronte s’imperlava di sudore. “E voi Amedeo, non restate troppo sul balcone dopo aver bevuto, perché non mi piace la sua tosse”. Amedeo provò in brivido lungo la schiena.
“Ecco caro Franz, il vostro ritratto è terminato, non mi dovete nulla, prendetelo come un dono della mia compagna Jeanne Hèbuterne, e andate che si fa tardi”. Franz si alzò tacendo e posando lo sguardo sul ventre prominente di Jeanne, ringraziò per il ritratto ancor fresco fattogli da Amedeo e non si trattenne: “Non vi sarà una terza Jeanne, vero!” furono le sue parole di commiato. Poi le cose andarono come si sa. Amedeo morì di un attacco infettivo alle meningi (24.1.1920). Jeanne si suicidò due giorni dopo, cadendo dal balcone incinta di otto mesi (26.2. 1920). Lasciarono orfana la figlia Jeanne. La Duncan morirà nel 1927 strozzata dalla sua lunga sciarpa presa dalla ruota della Bugatti spider d’un suo amico. Una Bugatti rossa. Lo spiritello del veggente fu dipinto da Amedeo Modigliani uscire dal naso di Franz Hellens, nella tavoletta verde ritrovata. Lo spiritello si è pentito, il destino non sarebbe dipeso da lui.
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