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Il collezionista folle

Le ossa di Leonardo Da Vinci ritrovate grazie a Gustavo Rol

Ecco l'incredibile racconto: “...Uno sconosciuto mi ha restituito quei resti"

Il dipinto di Leonardo Da Vinci in età giovanile

Il dipinto di Leonardo Da Vinci in età giovanile

Prologo

Il nostro Collezionista Folle era disperato, aveva perso la preziosa piccola teca contenente le ossa di Leonardo da Vinci. “Ho perduto le ossa di Leonardo che avevo nella tasca del giubbotto mentre andavo, per dichiararne il possesso, alla Soprintendenza”. Un colpo mortale per il morale del nostro eroe, avvezzo a ritrovare e non a perdere tesori. Ma è capitato qualcosa di prodigioso. Il Collezionista racconta “...uno sconosciuto mi ha restituito le ossa di Leonardo da Vinci riconoscendomi per strada benché fosse già sera e via Cavour fosse quasi deserta. Mi ha battuto la mano sulla spalla chiedendomi: sei Joackim?. Non ha voluto dirmi il suo nome...” “...mi ha sorriso guardandomi negli occhi, mi ha stretto la mano agitandomi il braccio... infine misurandomi le pulsazioni del polso con le sue dita.” “Non oso dirlo ma il misterioso personaggio che mi ha riportato la teca delle ossa, aveva lo sguardo magnetico e mi ha ricordato qualcuno... il dr. GUSTAVO ROL... mah...era buio...”. Il grande sensitivo è scomparso il 22 settembre 1994, pertanto l’entità che si è manifestata al nostro Collezionista Folle potrebbe essere stata una rimaterializzazione del corpo di Rol o il suo fantasma o l’ectoplasma inviato quella sera in via Cavour direttamente dalla sua tomba di San Secondo di Pinerolo. Che Gustavo Rol continuasse i suoi prodigi anche post mortem era cosa nota, che toccasse proprio al nostro Collezionista Folle essere oggetto di un fenomeno paranormale di tale portata ha davvero dell’incredibile. Però come che siano andate le cose l’importante è che finalmente le ossa di Leonardo da Vinci siano tornate a casa, cioè nella raccolta del Collezionista Folle, il quale ci racconta come sia venuto in possesso della reliquia e degli studi e le conclusioni cui è giunto sulle presunte ossa del genio toscano.

Il cranio di Leonardo

Non è il cranio di Leo, il cane maremmano attaccato da un branco di lupi, ma quello che manca è il cranio del geniale Leonardo Da Vinci, non trovato quando ne riesumarono i resti. La sua materia celebrale fu probabilmente custodita in un contenitore di vetro messo sotto ghiaccio, non vorremmo pensare ad un caso disgustoso di antropofagia sperimentale per studiare l’accrescimento della intelligenza di ricchi finanzieri. Tuttavia il cranio potrebbe essere finito su uno scaffale di una raccolta napoletana di teschi di persone illustri, religiosi e filosofi in buona compagnia, così si racconta per rendere meno lugubre il ricordo del caro estinto. Una scheggia potrebbe essere stata prelevata per custodirla come reliquia in una teca, per trasmettere il segreto della intelligenza di Leonardo a chi potesse risolverne l’enigma.

Pane per i miei denti, anzi ossa per i miei denti. Secondo Carlo Pedretti esimio studioso di Leonardo ed interlocutore di un sommo paleontologo, per riconoscere se un osso umano possa avere più di cinquecento anni, basterebbe leccarlo, poiché dovrebbe allappare il palato. Tuttavia io consiglierei un altro metodo avendo notato la pubblicazione d’un dipinto di Leonardo Da Vinci in età giovanile, probabilmente un suo autoritratto in cui appare con i capelli dipinti di blu e la testa irraggiante, come se si trattasse d’un irraggiamento radioattivo. Non ci sarebbe da stupirsi del fatto che Leonardo possa aver sperimentato una brillantina per capelli, composta da una quarzite luminosa dopo essere esposta al sole (quindi una pietra radioattiva) ridotta in polvere al mortaio e mischiata con resina di pigna d’abete toscano. Capiremmo al volo che la contaminazione avrebbe aumentato la frequenza delle frange interne alle sue tuboline sinaptiche celebrali (il groviglio di filamenti che costituiscono la sua come la nostra materia celebrale) e di conseguenza la contaminazione avrebbe agito come “un tigre nel motore”. Ciò che non si è mai saputo è quale sia questa magica pietra.


Destino volle che mi capitò per le mani una teca contenente delle ossa indicate come di “L. Vincius” (Leonardo Da Vinci) e chiusa ermetica da un timbro di rossa cera lacca in cui si distinguono simboli massonici. Si è portati a guardare le ossa contenute nella teca con una certa diffidenza, essendo protette da un vetro infrangibile e collocate alla base di un cilindro metallico, disposte come carte attorno ad un piccolo contenitore a conchiglia di una vongola. Nel centro della conchiglia si nota una piccola pietra blu di Prussia. Ciò che mi sorprese fu una micro lettera dello stesso colore: un T che significa Tau, cioè un segreto. Ebbi l’intuizione di cercare in un vecchio libro di minerali, messomi a disposizione dal libraio Italo Cossavella di Ivrea, se vi fosse un minerale di colore blu che fosse radioattivo. Nel libro sono pubblicati migliaia di minerali, tutti descritti con i rispettivi dati tecnici (colore, durezza, frequenza) meno uno: la Demorterite Cristal che irradia il cervello e aumenta l’intelligenza. Non c’era alcun interesse che tutti diventassero intelligenti come Leonardo.

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