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Cinquant'anni e non sentirli
24 Novembre 2024 - 10:23
"Happy Days"
Mai come in questi giorni i torinesi si hanno potuto rivivere le emozioni alla "Happy Days" che durante gli anni '70 e '80 hanno scaldato i pomeriggi in tv di intere generazioni. Merito dell'arrivo sotto la Mole di Ron Howard, oggi regista premio Oscar - ieri Richie Cunningham del telefilm americano nato nel 1974 - ospite della prima serata di venerdì del Torino Film Festival con l'anteprima europea del suo "Eden".
Ron, ancora ieri in città, è una delle stelle più acclamate di questo inizio festival. Merito del suo talento (ha firmato pellicole quali "A Beautiful Mind", "Cuori ribelli", "Apollo 13", solo per citarne alcune) e, soprattutto, di quel personaggio, Richie, che tutti ricordano grazie a "Happy Days", una commedia televisiva intramontabile che, ancora oggi, a distanza di cinquant'anni, continua a essere messa in onda e a mietere consensi. E, niente paura, per poterla vedere ogni sera nel salotto di casa con tutta la famiglia, così come si faceva negli anni passati, non è necessario essere abbonati a piattaforme a pagamento poiché è sufficiente schiacciare il tasto del telecomando sulla torinese Retesette di corso Regio Parco, mettersi comodi, e godersi lo spettacolo. Ogni sera alle 21,05, infatti, le vicende di Richie Cunningham, Ralph, Potsie e, soprattutto, del mitico Fonzie, tengono compagnia ai telespettatori per una parentesi di pura leggerezza che rimanda lo spirito indietro nel tempo fra battute e l'indimenticabile sigla (che qui condividiamo attraverso il canale YouTube di Moviedigger).
Creata da Garry Marshall, presenta una visione idealizzata della vita statunitense a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Il telefilm, ambientato a Milwaukee, è imperniato sulle vicende quotidiane della famiglia Cunningham.
Vi vengono rappresentati la vita, l'amicizia, l'amore, le feste, il cinema, la cultura, la musica, l'esilarante divertimento e lo stile di vita di quella generazione di adolescenti statunitensi che hanno vissuto il "sogno americano" nella luminosa e prospera epoca degli anni cinquanta (e primi sessanta), quella stessa epoca compresa fra la fine del coinvolgimento statunitense nella guerra di Corea e la vigilia di quello nella guerra del Vietnam. In maniera forse un po' stereotipata, viene presentato il modello dell’American Way of Life nei suoi aspetti più positivi, nelle innumerevoli avventure di Richie, Potsie, Ralph, la guida del gruppo Fonzie, la famiglia Cunningham ed una miriade di altri personaggi che compaiono con l'avanzare della serie.
Le 11 stagioni di "Happy Days" conquistarono il mondo grazie al personaggio di Fonzie interpretato da Henry Winkler. Ecco come nacque attraverso le parole di Garry Marshall: Mi ricordo che la sera in cui stavamo scrivendo la versione finale del copione ho detto: "Ci vuole un nome italiano", però non riuscivo a trovarne uno adatto. Avevo pensato a "Carmine Ragusa"- tanto è vero che poi avevamo preso a chiamarlo "il Grande Ragù- ma non mi convinceva. E' stato il mio amico di New York Bob Brummer, che lavorava con me in "The little people", a propormi il nome di Arthur Fonzarelli, ed io l'ho accettato di buon grado perchè ci consentiva di fare una variazione gradevole, Fonzie, "il Grande
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Fonzie".
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