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All'Astra un "Pinocchio" mai visto, ecco perché...

Alla scoperta delle ombre interiori del burattino più famoso al mondo portato in scena dal teatro del Carretto

All'Astra un "Pinocchio" mai visto, ecco perché...

Una scena dello spettacolo "Pinocchio"

Dal suo debutto, nel dicembre del 2006, il “Pinocchio” messo in scena dal Teatro del Carretto, ha calcato numerosi palcoscenici in Italia e anche all’estero, da New York a San Pietroburgo. Venerdì scorso lo spettacolo della compagnia teatrale lucchese è approdato a Torino, al Teatro Astra, dove domenica 29 dicembre concluderà la sua tre giorni di repliche di una rilettura della storia di Collodi che la regista Maria Grazia Cipriani ha voluto rendere, dice, «un’avventura onirica, notturna di una notte definitiva, dove il giorno è solo recitato da sarcastici lampi temporaleschi e il destino del grande burattino si rivela, letteralmente, teatrale».

L’appuntamento sul palco di via Rosolino Pilo 6 con questo spettacolo tra fiaba e poesia è per le ore 17. Una fiaba che, in questo caso, non trasporta in quel mondo magico e spensierato del burattino di legno, di mastro Geppetto, della fata Turchina, del gatto e la volpe, del paese dei balocchi e delle tante avventure che ne seguono, ma questa è una fiaba che mette in mostra le ombre e l’inquietudine che ognuno porta dentro.

Lo spettacolo, infatti, come spiega Giandomenico Cupaiolo, protagonista nei panni di Pinocchio, racconta un’assenza. «Un’assenza grande, forse la più importante, l’assenza del padre. Attraverso questo vuoto, questo dolore, questa sofferenza enorme Pinocchio va incontro alla sua storia, alla ricerca di qualcosa, dell’Amore con la A maiuscola».

Una fiaba con solo due personaggi recitanti, Pinocchio e la fata Turchina, mentre tutti gli altri parlano con il linguaggio del corpo. E se la fata Turchina è una fata paurosa e terrorizzata dall’essere abbandonata, Pinocchio più che avventure vive delle sventure: diventa somaro, danza nel circo del Paese dei Balocchi, è marionetta nel teatro di Mangiafuoco, vive una notte definitiva fin quando, togliendosi il costume, si rivelerà per quello che è e capirà che tutto, la sua vita intera, è uno spettacolo. Uno spettacolo per qualcun altro.

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