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Dal grande schermo al palcoscenico: "Perfetti Sconosciuti" di Paolo Genovese sbarca a Torino

Tra i protagonisti dello spettacolo Valeria Solarino e Paolo Calabresi

Dal grande schermo al palcoscenico: "Perfetti Sconosciuti" di Paolo Genovese sbarca a Torino

Valeria Solarino e Paolo Calabresi

Portare sul palco “Perfetti sconosciuti”, il film campione di incassi del 2016 di Paolo Genovese, non è così semplice come potrebbe sembrare, «perché nel film - spiega Paolo Genovese - la regia si sofferma sugli sguardi, sui primi piani che sono molto eloquenti per esprimere la psicologia dei personaggi mentre a teatro tutto ciò non succede». Eppure lui ci è riuscito e la versione teatrale - la prima firmata dal regista romano per il teatro - del suo pluripremiato film continua a mietere successi sui palcoscenici italiani ormai da tre anni. Ora, con il suo cast composto da Valeria Solarino, Paolo Calabresi, Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Massimo De Lorenzo, Lorenza Indovina, “Perfetti sconosciuti” per la regia di Paolo Genovese approda al Teatro Alfieri di Torino dove andrà in scena sabato 8 e domenica 9 febbraio.

Per i pochissimi che non hanno visto il film, entrato nel Guinness dei primati come il film con più remake in assoluto, la storia racconta di quattro coppie di amici che si ritrovano a cena e decidono per gioco di mettere i loro cellulari in viva voce, alla mercé di tutti, per cui le telefonate che riceveranno nel corso della serata saranno condivise anche dagli altri commensali. Con un risultato: tutti si scopriranno “perfetti sconosciuti”. Un gioco al massacro, quello del telefonino, che porterà alla luce, amori inconfessabili, tradimenti, astii, conflitti tra genitori e figli e altri segreti. Quei segreti custoditi gelosamente in una sim e che una volta rivelati possono portare ad esiti imprevedibili, anche drammatici. «Ma la tensione drammatica che c’è nel film a teatro si trasforma in un’esplosione comica anche se le battute sono identiche» sottolinea Valeria Solarino che nella commedia veste i panni di Eva, la padrona di casa, interpretata nel film da Kasia Smutniak. Un ruolo, spiega l’attrice venezuelana, affidatole perché «sono vicina a quel carattere. C’è una certa impenetrabilità in Eva, lei è allergica alle ipocrisie ed è lei che lancia il gioco, anche se in casa c’è il suo amante. Ma più che il tradimento ad emergere è il rapporto tra il marito e la figlia, rapporto da cui lei si sente estromessa».

Una commedia corale, dove non c’è un protagonista ma ce ne sono sette. Anzi otto, se si considera anche quella piccola scatoletta con la tastiera in grado, però, di sconvolgerci la vita.

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