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In città

Gnocco fritto alla Marco Pantani, cannoli alla Nibali: un ristorante nel tempio del ciclismo

Ecco Al Velò, il bistrot del Motovelodromo di corso Casale che il 7 marzo si propone una cena a tema

Al Velò

Uno dei piatti

Si chiama Al Velò e non ci poteva essere nome più azzeccato per il bistrot all'interno del Motovelodromo (corso Casale 144), il tempio piemontese del ciclismo che ha visto sfilare anche Bartali e Coppi negli anni d'oro del Giro d'Italia, e oggi tornato a nuova vita. Con la novità rappresentata, appunto, dal suo ristorante che venerdì 7 marzo proporrà una cena speciale dedicata al grande ciclismo italiano con menu a tappe regionali.

Protagonista di questa occasione di presentazione del nuovo format del bistrot Al Velò sarà Fabio Felline, ciclista torinese di fama internazionale (maglia verde alla Vuelta di Espana 2016, vittoria al Giro dell'Appennino e al Memorial Marco Pantani 2012, Grand Prix de Fourmies 2015). Sarà lui a introdurre i ciclisti a cui è dedicata la serata e a cui sono abbinati i piatti del menu: si parte dallo gnocco fritto con prosciutto crudo, per parlare del gigante del ciclismo emiliano Marco Pantani; si prosegue con una fregola al pomodoro con pecorino e con Fabio Aru, ciclista sardo soprannominato il Cavaliere dei Quattro Mori.

Poi si vola in Abruzzo con gli arrosticini con patate e con Giulio Ciccone, maglia azzurra al Giro d'Italia 2019 e maglia a pois al Tour de France 2023 e si conclude in Sicilia, con il Cannolo e il racconto del grande campione Vincenzo Nibali. Il costo del menu speciale per la serata è di 27 euro a persona, o 35 euro con pairing di vini regionali. Un viaggio attraverso il gusto, quindi, che metterà in risalto le meraviglie della cucina italiana e dove ogni piatto racconterà una storia di passione e potenza, proprio come i ciclisti che hanno fatto la storia delle corse.

Il ristorante

Un luogo storico, unico, costruito negli anni Venti per accogliere gli sportivi e rinato oggi a nuova vita. È dentro gli spettacolari spazi del Motovelodromo (progettato dall’architetto Vittorio Ballatore di Rosana e oggi unica architettura sportiva della città ancora esistente risalente a quel periodo) che si trova Al Velò, il bistrot dedicato a chi ama la convivialità. 

Aperto al pubblico sette giorni su sette, dalle 8 del mattino a mezzanotte, Al Velò è il punto di riferimento gastronomico per tutti gli atleti professionisti e amatoriali che gravitano intorno alle tante attività organizzate al Motovelodromo. Ma non solo, è soprattutto un luogo colorato, inclusivo, buono e divertente, dove chiunque (anche i non sportivi!) può ritrovarsi di giorno per una colazione, un pranzo o un caffè o la sera per un aperitivo o una cena. 

Il menu di Al Velò - fatto di piatti golosi, capaci di accontentare gusti diversi, per quella che vuole essere una tavola piacevole in ogni momento della giornata - racconta proprio questo: un locale dove ritrovarsi, godere delle cose buone, circondati da più di un secolo di storia dello sport. La proposta è molto varia: si passa dai piatti “para compartir” come il tradizionale pane e salame, a gustosi primi, come i rigatoni alla carbonara, e sostanziosi secondi, quali ad esempio lo stinco e il galletto. Non mancano sicuramente gli hamburger (anche nella versione smashed), i lievitati (pinsa e pizza), le bowls e le insalate per chi è più salutista e infine golosissimi dolci tra cui l’immancabile tiramisù. Inoltre a pranzo si può scegliere tra le proposte giornaliere di piatti, con una conveniente formula (primo a scelta 11 euro, secondo a scelta 14 euro, menu completo 15 euro, sempre con acqua e caffè inclusi), oppure optare per il piatto dello sportivo, studiato per chi segue diete bilanciate.

Il Motovelodromo

La storia del Motovelodromo affonda le sue radici negli anni ’20 dello scorso secolo. Costruito su progetto dell’architetto Vittorio Ballatore di Rosana – esponente del liberty torinese – è l’unica architettura sportiva della città ancora esistente risalente ai primi trent’anni del Novecento.

La regina della struttura è sicuramente la sua pista, lunga 393 metri e con un'inclinazione superiore a quella dei velodromi da bici, era infatti stata originariamente pensata per ospitare anche gare di macchine e moto da corsa. Su questa pista si conclusero alcune tappe del Giro d’Italia e della Milano-Torino, gare che videro sfrecciare campioni del calibro di Bartali e Coppi.

Non solo bici, infatti fin dai primi anni dall’apertura il Motovelodromo ospitò gare delle più disparate discipline: dalla bici al rugby, dall’atletica al baseball, per arrivare fino al calcio (il Torino qui vinse i campionati del 1925-26 e del 1943-44) e ai concerti.

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