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13 Marzo 2025 - 17:15
Sabrina Ferilli e il regista de "La città proibita" Gabriele Mainetti
Venerdì 14 marzo Gabriele Mainetti sarà a Torino e avrebbe bisogno dei superpoteri di molti dei protagonisti dei suoi film, da “Lo chiamavano Jeeg Robot” a “Freaks out”: il regista romano sarà infatti presente in quattro cinema per incontrare il pubblico de “La città proibita”, la sua ultima creazione. Il programma è questo: alle 18,50 un saluto all’UCI del Lingotto, poi alle 20 al Massaua Cityplex e alle 21 al Nazionale in via Pomba, prima di andare all’Ideal Cityplex dove attenderà la fine per una chiacchierata conclusiva. “La città proibita” racconta la storia di Mei, una ragazza cinese abilissima nel kung fu che arriva a Roma alla ricerca della sorella scomparsa e intreccia il suo destino con quello di Marcello, un cuoco il cui padre è scappato con un’altra donna. «Fin da bambino ero ossessionato dai film di Bruce Lee», ci spiega Mainetti. «C’è tanto cinema dentro di me, ho sempre pensato che in Asia fossero molto più bravi di chiunque altro a raccontare il combattimento».
La protagonista del film è una stunt woman cinese, Liu Yaxi: pensi possa avere un futuro come attrice?
«Glielo auguro, so che lei vorrebbe fare l’attrice in Cina e mi piacerebbe che questo film l’aiutasse. Non so se potrà mai arrivare su quel mercato, affronta temi che il governo di Pechino potrebbe ritenere scomodi, ma lei diventerebbe un mito da quelle parti se la vedessero. Spero di non vederla coinvolta in qualche brutta commedia italiana in cui la facciano combattere per strappare qualche risata».
Un altro film di genere, sempre spettacolare.
«E me ne restano ancora moltissimi, dall’horror al western! Penso che ogni cosa abbia il suo tempo, non ha senso fare film di genere come negli anni Settanta. Quei codici, quelle lezioni vanno usate per raccontare l’oggi, se no è solo un’operazione nostalgica che non serve».
Cosa speri provi il pubblico che vede i tuoi film?
«Voglio che si diverta, si emozioni, senta sulla pelle i nostri personaggi. Da Tarantino ho imparato che un regista deve essere uno spettatore sempre coinvolto in quello che fa, lui dice che se gli capita di rivedere un suo film in tv si ferma sempre a guardarlo e si diverte».
Cosa pensi di Torino?
«La verità è che la conosco pochissimo, sono venuto una volta al Torino Film Festival e poi solo a presentare i miei primi film. Mi incuriosisce, però, anche perché ho una storia che mi gira in testa da molto tempo e che, non so perché, sento che andrebbe girata a Torino». “La città proibita” è in sala a Torino anche al Movieplanet Lux e al The Space Parco Dora.
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